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Avarizzia (Trilussa)

"Ho conosciuto un vecchio
avaro, ma avaro: avaro a un punto tale
che guarda li quatrini ne lo specchio
pe' vede raddoppiato er capitale.
Allora dice: quelli li do via
perché ce faccio la beneficenza;
ma questi me li tengo pe' prudenza...
E li ripone ne la scrivania."
Un giorno er vecchio se sente na stranezza
er core ie batte forte e ie sale na tristezza
Un pensiero ie balena in testa
Ma se moro chi a piagne resta?
Del bene ne ho fatto poco, forse gnente
No non l' ho mai aiutata la gente
Né un soldo per un regalo ho mai cacciato
Ad ristorante, sé e chi c è mai annato!
La beneficenza e' na bucia
Mai fatta na cosa der genere in vita mia
Non c ho nessuno ar monno manco un cane
Starò da solo sicuro pure ar funerale !
Tutt antratto come na magia inaspettata
Er core se calma e non core più all' impazzata
Allora er vecchio se ripia e comincia a capì
La vita allora davero po' fini così
E i sordi che na scrivania metto via con tanta premura
A che me servono, che c'è faccio , se poi me resta la paura?
I sordi non te danno la felicità quanno non sai che facce
Quanno stanno la niscosti ar buio a riposa
Che gioia te possono da se non ce fai qualcosa
Un giocattolo a un moccioso a na donna na rosa
Na coperta calla a chi c ha freddo na minestra Ann affamato
Avecce pensato prima ! Dice l avaro arrabbiato.


Perché so stato pe tanto così accecato!!
Ma st ultimi tempi che me restano da campa
O sai che faccio non li vojo spreca!
Allora s'affretta a uscì de casa e pe le vie se dirige
Comincia a strilla: amichi amichi mia venite venite
Da oggi vojo sta con voi da oggi vojo condivide tutto
Da oggi vojo che li sordacci mia so pure lì vostri , si li tua li tua e pure li tua , li nostri!
Vojo vedevve ride daje ridete fateme felice non è brutto!
Te piccole' piate ste mille lire comprate le leccornie
Sor mae' de che c ha bisogno me dica che l aiuto io
M ha dato na seconda possibilità sto Dio mio!
E cosi er vecchio passo' l urtimi anni da vita sua a sta maniera
Co la gente a far del bene e l avarizia più non c era
Se dice che morì col viso che sorrideva che pareva fosse vivo
Tutti pensano che mo sta a riposa in paradiso
E me piace pensalla cosi pure a me che me sto a ricorda
La strana vita de sto signore che alla fine l ha aperto ed core
Io non l’ ho conosciuto non ho fatto in tempo a di ed vero
M ha raccontato tutto la gente de sto paese strampalato
Te volevo di che pure se non t ho mai visto e non t ho mai parlato
Me basta tutto quello che m hanno riportato
Li sbaj l hai fatti le carità
Ma chi potrebbe ostenta la purità
io te porto ner core e sto racconto e pe ricorda
che nella vita se po' sempre cambia!




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Opera scritta il 05/05/2017 - 00:41
Da Valentina Foco
Letta n.1146 volte.
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Commenti


Hai ragione Enio2 , neanche c avevo fatto caso , quando scrivo sono come un fiume in piena ..parto dritta per la mia strada e non mi fermo. Grazie per il tuo consiglio

Valentina Foco 05/05/2017 - 17:42

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Trilussa è colui che mi ha avviato nel
1948 sulla via della poesia. come non mi posso entusiasmare alla tua aggiunta?
solo un consiglio ie non esiste,daje e sbaji è giusto. tieni presente che il romanesco sostituisce gli con ji es: figli\ fiji in ogni caso *****+*****


enio2 orsuni 05/05/2017 - 17:14

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Straordinario componimento. Con Trilussa non si sgarra e l'hai imitato degnamente.
Lieto meriggio.
*****

Rocco Michele LETTINI 05/05/2017 - 16:00

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Straordinario componimento. Con Trilussa non si sgarra e l'hai imitato degnamente.
Lieto meriggio.
*****

Rocco Michele LETTINI 05/05/2017 - 15:59

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molto bella 5*

GIANCARLO "LUPO" POETA DELL 05/05/2017 - 13:12

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