Scrittura Creativa

     
 

La scrittura creativa è una palestra di allenamento per chi ama scrivere e vuole sviluppare il "muscolo" della fantasia.
Per dare uno stimolo abbiamo ideato una simpatica competizione. Mensilmente proporremo un tema diverso fornendo le opportune istruzioni.
Questo mese l'argomento è:

..fanne la descrizione fisica, e non solo

Le istruzioni sono:

Immagina di incontrare, all’improvviso, una persona o ritrovarti in un luogo che non ti aspettavi...


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Per partecipare basta registrarsi gratuitamente ed accedere alla propria area privata dove si trova la pagina per la pubblicazione della scrittura creativa.
Il miglior racconto sarà premiato con la pubblicazione nella prima pagina del sito per un mese con l'indicazione del vincitore.


 
     



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UNA SCELTA DEL PROTAGONISTA

Le istruzioni sono:

Il personaggio principale si trova a un bivio, deve scegliere una strada da percorrere. Quali saranno le conseguenze? Scrivete un racconto in cui emerga il conflitto interiore conseguente alla scelta.


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A Natale siamo tutti più buoni.

Era la vigilia di Natale ed il freddo era tagliente come la lama di un rasoio.
Carlo, un avvocato di gran fama, usci dalla sua bellissima abitazione per portare fuori il cagnetto Polly , come ogni mattina, e nello stesso tempo per comprare dei dolcini. Il figlioletto Gianluca aveva invitato degli amichetti per il pomeriggio.

La bimba, tutta sporca e vestita di stracci, teneva in mano una lurida bambola di pezza senza una gamba. Aveva notato da lontano le luci di quel grandissimo negozio e incuriosita si era avvicinata. Il suo fiato chiazzava disegnando un alone di condensa su i cristalli della grande vetrina sovrastata dall'enorme insegna " Antica Pasticceria". I suoi piccoli occhi fissavano, sbarrati, l'interno del negozio mentre il viso, poggiato sulla vetrina si era quasi schiacciato come per attraversarla e deformandosi disegnava una specie di maschera stranita.
Carlo dopo aver fatto fare la solita passeggiata al suo pechinese decise di prendere la Bmw per arriv... (continua)


andrea sergi 27/09/2016 - 09:51
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Anna ha scelto di amare

Aveva solo 15 anni ed il suo moroso appena 14…è successo, non avrebbe mai pensato fosse così facile, eppure è bastato un bacio in un fienile, la scoperta incredibile dei propri corpi, la sete, le mani tremanti ed impacciate che scoprivano per la prima volta l’immenso, il desiderio crescente, l’amore….
Chissà, un presentimento il suo, ma da subito ha pensato a se stessa “diversa”, non più sola, non più bambina….

Ebbene, aveva ragione.
Ora il dilemma… come dirlo a mamma e papà? Cosa ne penserà Matteo?
Da quel giorno i loro incontri erano diminuiti, i sensi, fiaccati
fino a non vedersi, ormai, da almeno due settimane.
Decide di aspettarlo all’uscita della scuola…lo vede, brutto, insignificante, bambino…
eppure quel pomeriggio di appena due mesi fa, era stato un uomo, era riuscito a farla sognare…..
Lo ferma: Matteo, devo parlarti
Ho da fare, devo andare a casa
Solo un attimo, è importante
Dimmi, allora, che c’è?
Sono incinta
Come sei incinta? ….il ragazzino…..ride, non ci... (continua)


laisa azzurra 06/10/2016 - 11:46
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CI SONO PAROLE

Ci sono parole
forse nate da un cuore,
non hanno autore.
Senz'altro scritte
per una storia d'amore
un amore deluso,
un amore, sincero,
poi perduto, sognato.
Un amore sofferto
da una vita spezzata
da un cuore abbandonato.
Oppure, chi sa da chi.
chi sa per chi.
Forse dettate dalla luna,
dal sole, dalle stelle,
da un giardino di fiori,
Dal vento, da onde impetuose
di un mare in tempesta.
Da cuori colmi di gioia,
da occhi colmi di lacrime
dalla disperazione.
Ci sono parole
che ci fanno soffrire,
Ci sono parole,
che ci fanno morire.... (continua)

Michele Nomicisio 03/10/2016 - 06:34
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DUE DONNE

Era stanco. Si sentiva in bilico, come se dovesse cadere, da un momento all'altro. Si prese la testa tra le mani. Cosa doveva fare? La domanda, gli martellava in testa, incessantemente. Scegliere. La risposta arrivò fulminea a lacerargli l'anima. Già, scegliere, come se fosse facile, e non lo era. Come diamine si era trovato in quella situazione? Eppure ci si era trovato, forse per qualche strana congiunzione astrale, di quelle che citavano sempre gli astrologi, forse per inettitudine...forse non c'era un perché, era accaduto e basta.
Aveva una moglie, bella, intelligente, che amava, che aveva amato, eppure...eppure era bastato un attimo, forse meno, per mettere in discussione tutto. Gli anni passati insieme, gli ostacoli superati per poter stare con lei, tutto dimenticato, e per cosa? Per un paio d'occhi intensi e un bel sorriso, di una donna, meno bella, ma incredibilmente affascinante. E ora? Cosa sarebbe accaduto ora? Avrebbe davvero trovato il coraggio, per dare un calcio alla s... (continua)

Marirosa Tomaselli 22/09/2016 - 12:48
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Fà la cosa giusta!

Che giornata maledetta!
Era dalle prime luci dell'alba in quel bosco,
il fucile stretto nelle mani ed il passo felpato per non far rumore.
Niente, solo qualche piccolo scoiattolo che saltellava
sugli alberi, qualche ghiro che scompariva lesto tra il fogliame.
Si fermò , appoggio l'arma su un tronco, tirò fuori il pacchetto
di sigarette e ne prese una, l'accese e incomincio ad aspirare,
spento il mozzicone guardò l'orologio e pensò fosse meglio rientrare.
Mise il fucile sulla spalla e tornò indietro per riprendere l'automobile,
era seccato, da tempo non gli capitava una giornata simile.
Fatti pochi passi sentì un fruscio, c'era qualcosa che si muoveva tra le foglie,
si fermò e nascondendosi dietro un 'albero cercò di capirne la provenienza.
La vide, una grossa lepre intenta a mangiucchiare l'erba, imbracciò il fucile, alzò
lentamente il grilletto per non far rumore e puntò la canna verso l'animale.
Mentre mirava la lepre voltò la testa e gli parve che lo guardasse stupita,... (continua)

andrea sergi 19/09/2016 - 17:41
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Opera non ancora approvata!

01/01/1970 - 01:00
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HAKUNA MATATA

Il piccolo elicottero atterrò sull'enorme spiazzale, era molto grande quel campo allestito per la quarantena. Il virus era ancora poco conosciuto e altamente letale. Sulla destra, quasi a toccare con la recinzione di ferro, erano stati ammassati diversi cadaveri, dovevano essere al più presto cremati.

Nei quattro capannoni prefabbricati, di simili dimensioni, venivano curati centinaia di uomini, alcuni deposti su brandine da campo e altri, per mancanza di letti, direttamente su delle coperte poste sul pavimento di legno.
I medici e gli infermieri, anche se appesantiti dalle tute di protezione, correvano da un capannone all'altro cercando di alleviare il dolore agli ammalati.
Erano scene strazianti, uomini che vomitavano sangue in preda ad atroci sofferenze prima di esalare l'ultimo respiro. Sembrava che fosse arrivata l'Apocalisse. I dottori si consultavano con gli specialisti di tutto il mondo e ricevevano aiuti da tutti gli Stati. Ogni casa farmaceutica inviava diversi tipi di f... (continua)


andrea sergi 20/09/2016 - 10:26
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La nuova vita

Da qualche giorno faceva meno fatica a percorrere la strada che lo portava al reparto, ormai la conosceva bene, e quasi non lo turbava più la scritta maiuscola ONCOLOGIA che sovrastava la porta. Oggi avrebbe dovuto ritirare il referto delle sue analisi, ieri aveva effettuato l’ultima seduta del ciclo a cui si stava sottoponendo, ma mentre varcava la soglia non pensava a quello, cercava lei con lo sguardo.
Marina faceva l’infermiera da anni, ne aveva viste di cose tremende, per nulla al mondo avrebbe scambiato il suo posto con un altro, anche se aveva dovuto lasciare andare tante vite, ne aveva viste alcune riprendere luce, e questo la ripagava.
Claudio, sei mesi fa, era entrato li senza speranza, la dignità di chi era pronto a lasciare i suoi figli, durante le prime sedute pensava a cosa dirgli ed a cosa dire alla moglie Giulia, a come salutarli, lasciare un bel ricordo di se ed essere amato per sempre, perché lui li amava, davvero.
Era pessimista per indole Claudio, e Marina gli... (continua)

Gian Luca VA.RE. 03/10/2016 - 04:31
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La scelta

Quel giorno fui invitato a cena, con Paola e Giorgio a casa di Federico; stavo per trasferirmi in una nuova cittadina ed era un occasione, per salutarci in un modo più intimo, mi venne a prendere a casa Giorgio con la moglie Paola. Dopo aver cenato, io e Federico ci appartammo nel suo studio; avevamo un sacco di cose da dirci e finimmo per parlare del suo libro appena pubblicato. Federico mi disse: "Non è mai troppo tardi"...hai centrato uno dei temi del mio libro. E forse, al contrario io faccio le mie cose sempre troppo tardi. Telo dico privatamente e non davanti agli altri, proprio perché mi vergogno dei miei "troppo tardi". Posso dirlo solo a te, ad una persona che amo. E poi ancora aggiunse: ...solo chi scrive, disegna, dipinge o altro, mettendosi in gioco, può capire certe sfumature: tu sei già più avanti, io sto cercando di farlo. Ho visto la presentazione: sei sempre un grande!!! No... (continua)

Savino Spina 15/09/2016 - 01:56
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Opera non ancora approvata!

01/01/1970 - 01:00
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