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Volare nella tempesta

“Non cercarmi, non potrai mai trovarmi“, rispose alle mie domande la loro logica.
“Il mondo è così colorato, cerca di coglierne ogni pennellata e creane un capolavoro! “, forse la mia voce interna avrà ragione, sarà inutile preoccuparsene, pensai. Anche se, in fondo di me, rimase una leggera preoccupazione ma mi impegnai ad ignorarla.
Come nelle ultime mattine scorse l’appuntamento con la sveglia si presenta senza preavviso alle 3h, piena di forze e riposata mi siedo, affondando la schiena nel morbidissimo divano, osservo le costellazioni nel buio ed ascolto i versi di animali ed il rumore dell’orologio, che mi ricorda che il tempo passa.
Nella piena beatitudine inizio a riflettere. Per me, l’impulsività ha il colore rosso. È rossa come una rosa, la rosa più bella che è mai potuta fiorire ed anche forse, a volte mi sembra come un grande semaforo che dirige il traffico. Un semaforo rosso fisso e smisurato che sta fermo, immobile, ad aspettare lì per evitare il caos che sarebbe potuto accadere, ovviamente, da una inosservanza umana.
Ma perché siamo così indisciplinati? L’essere umano dovrebbe essere intelligente, quale è la motivazione che impedisce, all'uomo, di agire così come si sarebbe dovuto fare?
L’impulsività, essa, così maledettamente coercitiva che sottomette ai suoi piedi, imperdonabilmente soggioga la mente indifesa e la imprigiona tra le sue mani con tanta violenza.
Quella imponenza che mi squarcia, anche, l’ombra del volto ma io sono sicura che a breve la mia corsa contro il tempo, che non esiste, mi porterà all'arrivo. La meta dove potrò riprendere, con calma, il fiato e magari per un po’ rilassarmi. Non è pensabile, ma come, non mi dire che per me non ci sarà una medaglia?
Un traguardo faticoso e miserabile che nel frattempo avrà cambiato la direzione del mio futuro. Il presente che si percepisce, ora, è come una scia di nebbia, un velo raffinato e sostituito dalla ragnatela brillantemente fina, questa copre con il suo bagliore i miei occhi impedendomi di vedere bene la realtà. Un filo di cognizione spazio temporale contorto che gioca e crea i nodi. I nodi per me impensabili, fatti con tanta dedizione ed intenzionalità, non si riescono a sciogliere e brutalmente impongono un rallentamento dell’avvenire.
Inizierà una leggera e fredda pioggia e io indosserò un vestitino, non tanto pesante, e naturalmente non porterò con me la borsetta con l’ombrello. Questa acqua del cielo rinfrescante, appare giocosa ed estiva ma muta in una tempesta burrasca, in un terremoto spirituale che avrà scosso, se non letteralmente, avrà distrutto la mia immagine mai completata. Quella specie di scossa sotto la quale, poi, dovrò provare a piantare i fiori nuovi perché purtroppo la mia fretta, la mia grandezza immaginaria avranno calpestate quelle piantine che ci stavano.
Goccia a goccia nella pienezza di un vuoto indelebile sarò appassita ed il mantello di grigio, da me negli anni conservato, e perforato dalle onde di un mare di tristezza mi avvolgerà. Aderirà così fortemente, così bene, alla mia pelle come fosse esso sarebbe stato creato apposta per me. La mia vera natura, un abito che veste alla perfezione. Quel manto che non mi avrebbe fatto sentire, un'altra volta, diversa.
Poi finalmente, la notte cambierà ed arriverà il giorno del grande vento, che soffierà fortissimo da lontano Nord. Ah, era ora, da quanto tempo lo aspettavo. L’aria di festa attesa risveglierà i miei sensi, dall’ultima tempesta, addormentati. Questo nuovo vento mi trasporterà con delicatezza, dolcemente, sulle tele dei grandi maestri di pittura dove potrò toccare varie sfumature di colori, mai visti e conosciuti prima. Per poche ore, chissà, o per pochi giorni, avrò gioito come fossi un pupo sull’altalena dell’entusiasmo. Un dondolo che si muoverà così velocemente, senza aver bisogno del sole, con le sue tonalità farà apparire un arcobaleno. Sarò così in alto come fossi mi trovassi tra le nubi, toccherò il sole ed accenderò l’estate nel pieno inverno, sarò di nuovo una bambina che nel volto avrà stampato il stupore. Ma poi succederà un qualcosa. Per qualche motivo dovrò atterrare con l’aereo nel quale stavo navigando.
La mia maestosa energia, che mi è stata data in dono dalle stelle, avrà sorvolato l’immenso dorato, la totalità d’argento e l’universo cosparso di diamanti. All’improvviso, io, mi fermerò, mi bloccherò, sarò espressamente impedita in ogni movimento dalla mia stessa disperazione e chiederò, un'altra volta, alla mia indisciplinata mente: “basta, ti supplico interrompi la fiction che stai conducendo!”
Forse non sarà successo nulla di importante, di dannoso, di scandaloso ma anche sicuramente, per me, sarà successo il tutto. La mia sensazione di impazzire sarà così tortuosa che piegherà il mio corpo in ginocchio per osservare al meglio il fondo nel quale mi sarò ritrovata. Una sensazione di correre troppo velocemente è strabiliante ma contro un muro che non si potrà mai oltrepassare indubbiamente, mi infliggerà solamente l’infinità di dolore. Sarà un'altra disperazione, simile se non forse uguale alle precedenti ma mi colpirà così forte, sarà così coinvolgente, come fosse per la prima volta. Sarà talmente angosciante che mi farà cadere a terra ultimi cappelli come fossero le castagne nel pieno l’autunno, mi farà volare via le ultime forze come fossero leggere piume di un uccellino e renderà muto il mio ultimo desiderio. Ultimo desiderio che sussurrerà alle orecchie sorde la preghiera della fine di quella tortura.
Nonostante l’intensità della mia smania intensamente profonda, non mi sarà possibile di sfuggirne. Io, sono nata con unico scopo, unico destino; la prigioniera di sé stessa.



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Racconto scritto il 29/11/2019 - 04:29
Da Michaela Patricie Zaludova
Letta n.762 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Non nascondo la mia sorpresa scaturita in seguito ai vostri commenti. Grazie mille. Per me è un onore sentire il vostro parere, vi ritengo degli esperti che possono arricchire la mia esperienza creativa..

Michaela Patricie Zaludova 05/12/2019 - 11:19

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Il racconto, un volo di fantasia, spinge a una lettura veloce… e nel mio caso possibile grazie all’ausilio dello schermo del PC. Non riesco a leggere i racconti con lo smartphone. Questo è sicuramente una ragione che rende difficoltosa la lettura dei racconti sul sito. Superato l’inciso, spenderò qualche parola sul racconto che offre aspetti di apprezzabile originalità, grazie alla forma molto spontanea e fluente… quasi come un fiume in piena: Lo scritto offre metafore, alcune belle e incisive, dai tratti psicoanalitici e filosofici e non mancano spunti poetici. Il tutto sembra confluire, non senza contradizioni, in una condizione intimistica molto dolente. In conclusione, l’ho apprezzato per il coinvolgimento (cui mira lo scrittore), ma voglio suggerire migliori riflessioni sulla visione d’insieme, utili al potenziale dimostrato. Brava

Francesco Gentile 29/11/2019 - 22:17

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Quasi un viaggio onirico questo bellissimo racconto.

Antonio Girardi 29/11/2019 - 11:28

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