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Stracchino e cetrioli

La signora Brunner entrò in biblioteca in compagnia del suo anziano barboncino, tenuto ad un guinzaglio rosso apparentemente costoso.
Si girò appena verso la sig.ra Grant, la bibliotecaria, ma non accennò neanche un mezzo sorriso.
Tante volte lei e il collega Bottura le avevano gentilmente chiesto di lasciare a casa il suo prezioso compagno peloso, senza successo e siccome erano stati ripetutamente ignorati avevano deciso di lasciar perdere la questione.
Brunner si sedette in un divanetto nel reparto libri antichi e iniziò a sfogliare un pesante volume polveroso emettendo ogni tanto qualche irritante suono con la bocca.
Allo stesso tempo, al piano di sotto, lo studente Anselmi era seduto ai tavoli dedicati allo studio. In faccia aveva il solito mascara eccessivo e una tirata di lucidalabbra pescato. Probabilmente stava facendo qualche compito per i compagni.
L'arrugginita campanella in cima alla porta d’ingresso trillò.
Dei passi pesanti, un po’ strascicati, si portarono verso il centro della stanza.
Un uomo massiccio prese ad osservare alcuni libri. Sembrava non ne avesse mai visto o toccato uno per via della sua goffaggine.
Indossava una camicia elegantemente infilata nei pantaloni beige, tirati su con una cintura di pelle. Sulla punta del naso aveva due piccole lenti dalla forma simile alla testa calva.
Sospirò rumorosamente e iniziò a leggere.
All’orario di chiusura uscirono tutti e una volta fuori ognuno prese la sua strada.
Nella monotonia delle solite cose, i giorni passavano.
Un mattino afoso d’estate il sig. Bottura stava spolverando i libri.
Si dedicava soprattutto all’ala più dimenticata, quella volumi antichi.
Tra una passata e l’altra non si accorse di nulla e continuò il suo lavoro fischiettando un motivetto allegro.
Nel pomeriggio andò a sistemare alcuni tomi riconsegnatogli da poco, ma ancora una volta tutto sembrava filare liscio.
Fu alla sera, quando dovette archiviare tre nuovi saggi, che si rese conto che mancava uno dei più veterani e preziosi libri dell’intero assortimento.
Un testo di quel valore non era concesso da portare a casa.
Se fosse stato un libro per ragazzi avrebbe lasciato perdere, ma era l’unico volume che possedevano della collana.
Dopo aver fatto alcune domande ai presenti decise di recarsi a un commissario.
La maggior parte delle linee erano occupate e solo dopo svariati tentativi riuscì finalmente a sentire una voce dall’altro capo del filo.
<<Qui commissario Stoker, ha bisogno o ha solo sbagliato numero?>>
<<No, no, la disturbo per un motivo… è scomparso uno dei più pregiati temi della nostra biblioteca. Un libro di quel genere vale circa 8000 sterline. Insomma, può capire anche lei che è importante>>.
Bottura si liberò con la mano di una gocciolina di sudore che gli era scesa sulla fronte.
<<Già. Se mi vuole lasciare l’indirizzo, domani mattina presto verrò a controllare personalmente>> e attaccò la telefonata.
Così, il bibliotecario, andò a dormire con il cuore più leggero.
Eccolo arrivare con una piccola ventiquattr’ore nella mano saldamente chiusa a pugno .
Commissario Jona Stoker.
<<Non perdiamo tempo, che è l’unica cosa che non abbiamo>>.
Bottura era colpito dalla sfacciataggine di quell’uomo.
<<Ho bisogno di tre cose: una minima identificazione dei presenti in biblioteca negli ultimi due giorni, la catalogazione del libro scomparso e un panino stracchino e cetrioli, che una mente affamata non è una mente lucida>>.
Ebbe il panino entro dieci minuti e il resto in cinque.
Tra i nomi compariva indubbiamente quello dell’acida sig.ra Brunner, l’uomo strano del giorno prima, lo studente Anselmi, un individuo sulla quarantina che metteva piede lì dentro esclusivamente per la gazzetta e una ragazza con una pila di libri sempre tra le braccia.
Il libro invece era il V volume della collana “Teoria del Sapere”
Il commissario volle sapere con la maggior precisione possibile l’ora della sparizione. Così si diresse senza chiedere un permesso verso la sala di controllo, dove c’erano le telecamere, cosa che Bottura aveva stupidamente dimenticato.
La qualità video era molto scarsa, le sagome in bianco e nero erano quasi irriconoscibili per via degli innumerevoli puntini grigi presenti sullo schermo, ma dato che era tutto ciò che avevano al momento, Stoker si mise all’opera e iniziò a osservare le registrazioni.
Quasi tutti leggevano, qualcuno andava in bagno, altri chiacchieravano sottovoce. Poi, alle 17.58, esattamente due minuti prima della chiusura, il video era stato interrotto solamente nell’area interessata, probabilmente coperto da qualcosa e alle 18.00 in punto riprendeva.
Dove doveva esserci il libro non c’era più nulla.
Pavoneggiandosi di aver scoperto l’ora del furto, il commissario volle iniziare a parlare con i nomi della lista. Bottura iniziò a pensare che avrebbe dovuto scegliere qualcuno di più modesto.
Stoker convocò Anselmi, che come ogni venerdì mattino si trovava in biblioteca.
<<Come saprai è scomparso un prezioso tomo e vorrei chiederti alcune cose a proposito>> aspettò una risposta che non ebbe, così, indispettito, proseguì <<Riusciresti a dirmi cosa stavi facendo qui in biblioteca, due sere fa?>>.
Il ragazzo iniziò a pensare. <<Probabilmente stavo finendo alcune equazioni o robe così>>.
Cercando di trovare qualcosa di valido cambiò domanda <<E sai qualcosa della Teoria del Sapere?>>
<<Spiacente>>. Per il resto del tempo si limitò ad alzare le spalle o emettere qualche mugolio inutile.
Stoker cambiò soggetto e porse all’uomo della gazzetta la stessa domanda, ma tutto ciò che ottenne fu <<Io da questo posto esco tutti i giorni alle 12.30. Non ci vuole mica tutto il giorno per leggere un giornale>>. Brusco come un leone affamato.
Dovette aspettare il primo pomeriggio per poter parlare con la ragazza, che si scoprì essere una studentessa universitaria. <<Buon pomeriggio signorina. Vorrei domandarle che cosa faceva due giorni fa qui in biblioteca>>.
<<Mi dispiace non esserle utile, ma due giorni fa avevo la prima sessione di un esame, non ho messo piede qui dentro>>.
Stranamente gli interrogatori erano molto brevi. C’era un’altissima percentuale che tutte quelle persone stessero mentendo.
Toccò al sig. che Bottura aveva descritto come strano. Era indaffarato a scegliere quale segnalibro usare.
<<Salve!>> lo fece atterrire Stoker <<può dirmi cosa stava facendo due giorni fa in biblioteca?>>
Dopo un respiro profondo ebbe una risposta <<Beh, vede, è un po’ imbarazzante. Io faccio il bancario>>
<<La prego, continui>>
<<Con questo lavoro passo gran parte della mia giornata davanti al computer e a mia moglie questa cosa proprio non va giù. Mi ha detto che se non divento un letterato mi sbatte fuori. Quindi eccomi qui… ah, giusto, la domanda. Stavo leggendo>>.
<<In che settore si trovava?>>
<<Sto iniziando ad appassionarmi alla fantascienza, ma l’altro giorno leggevo un libro antico>>. Poi si ricordò della sparizione e aggiunse <<Ma non sono stato io a rubare quel volume, glielo giuro>>.
<<Stia tranquillo, qui nessuno accusa nessuno>>.
L’ultima rimasta era la signora Brunner, da poco arrivata.
Quando lo vide, il barboncino cominciò a ringhiare.
<<Sig.ra Brunner! Posso rubarle qualche minuto?>>
<<Mh>>
<<Due giorni fa è avvenuto un furto e vorrei sapere cosa stava facendo poco prima della chiusura>>.
<<Mi preparavo per uscire>>.
Era sarcastica e innervosiva molto il commissario.
<<Sig.ra, ho bisogno di una risposta sensata, cosa faceva due giorni fa, poco prima della chiusura?>>.
Rimuginando un attimo riprovò <<Come le stavo dicendo, mi preparavo a uscire. Stavo prendendo la mia carta di credito dal borsellino per andare in banca a cambiare. E ancor prima ho finito il mio romanzo rosa, che le consiglio molto, s’intitola: due…>>
<<Grazie sig.ra. Basta così>>.
Il commissario si diresse verso lo scaffale del libro sparito.
Esaminò con cura i libri, uno ad uno, cercando il dettaglio fuori posto.
Passava la mano sulle superfici ruvide e osservava le copertine un po’ rovinate.
Un occhio poco allenato non avrebbe notato nulla, ma lui li vide.
In due volumi c’era un lieve solco poco profondo, come se qualcuno ci si fosse appoggiato sopra di peso. Poteva essere stato uno stivaletto cowboy o un biker boots.
Controllò che non ci fossero segni anche sul legno del mobile, ma non c’era nulla.
Non ancora soddisfatto si guardò nuovamente in giro.
Concentrato, non si lasciava sfuggire nulla.
Su uno tomo poco più sotto a dove c’era il libro scomparso compariva una piccolissima macchia di una sostanza nera, molliccia e pastosa.
Stoker ne prese un campioncino, cercando di non sprecarne neanche un po’.
Convocò tutti quanti all’ingresso e li fece accomodare.
La studentessa e la sig.ra Brunner arrivarono in ritardo, ognuna con una scusa diversa.
C’erano tutti tranne Anselmi, che Brunner disse di aver visto uscire poco prima.
<<Signori, ho la soluzione! Non potevo essere certo di nulla. Tutti quanti avevate la possibilità di prendere il libro e fuggire indisturbati>>.
Un rumore fece fermare il discorso di Stoker.
Ognuno di loro si alzò per andare a vedere.
Nella sala accanto, per terra, giaceva il corpo morto di Anselmi, con una pistola accanto e un buco enorme alla gola, colma di un sangue nero che si stava velocemente dilagando ovunque.
Sul torace, legato con una corda, il libro scomparso.
Il commissario considerò un attimo le scarpe, prese velocemente il libro, guardò Bottura e fece segno con la testa di tornare di là.
Si sedette comodamente in una poltroncina e sospirando aprì delicatamente il libro.
In prima pagina c’era scritto in bella calligrafia “Mia dolce Anne, che il nostre amore segreto duri in eterno. Presto ci sposeremo e non sarai più la sig.ra Rubrrym, ma la sig.ra Anselmi. Vendi questo libro con il resto della collezione e prendi un volo per venire qui da me. Baci, Jonnie”
<<Mi dispiace per questo shock, ma a tutto c’è una spiegazione. Quello che abbiamo appena visto non è un suicidio, ma un omicidio. Il ragazzo era il nipote del collezionista di questa collana. Così, era deciso a completarla e come se non rubando l’ultimo pezzo?
Ha sveltamente coperto con un telo la telecamera, poi, con i suoi stivaletti di marca si è maldestramente arrampicato fino al suo tesoro, senza rendersi conto di aver rovinato alcuni volumi. Ha persino macchiato di mascara una copertina e essendo l’unico a truccarsi in tutta la biblioteca era l’unico possibile colpevole. Il nonno però aveva un’amante, a cui raccontava tutto del suo adorato nipote. Quest’amante è qui presente, si faccia avanti sig.ra Mary Brunner, che è l’anagramma di Anne Rubbrym, la donna a cui è stata fatta la dedica in prima pagina>>.
<<Ma come si premette?>> lo zittì la vecchia Brunner.
<<Mi lasci continuare… ha tenuto sempre d’occhio lo studente. Lo ha seguito, gli ha lasciato fare il lavoro sporco di prendere il libro e una volta fatto gli ha sparato dritto in gola. Ha lasciato la telecamera coperta, preso il libro che ha infilato nella sua borsa e in fretta e furia ha messo il corpo su un divanetto. Non si è più ricordata di avere il libro nella borsa, il che mi sembra molto strano data l’importanza che ha per lei, fatto sta che lo aveva fino a qualche minuto fa. Quando ha sentito che avevo la soluzione ha legato il libro intorno al corpo del ragazzo, lasciandolo in bilico e facendolo crollare dopo pochi secondi. Sig.ra, lei è in arresto>>.



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Racconto scritto il 31/03/2020 - 11:37
Da .Bianca Maffia
Letta n.636 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Ciao Bianca! Come sempre scrivi degli ottimi racconti, bellissimi e ricchi di emozioni... questo per esempio ti lascia in dubbio fino all'ultimo istante... davvero bellissimo! Ele

Eleonora Bassi 03/04/2020 - 18:35

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