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UNA FAVOLA MODERNA con incipit e finale imposti

Le istruzioni sono:

scrivi una storia che abbia questo incipit e finale. INCIPIT: C’era una volta una prostituta di nome Veronika. Come tutte le prostitute era nata vergine e innocente e nell’adolescenza aveva sognato di incontrare l’uomo della sua vita, di sposarsi e di avere dei figli e una bella casa…… FINALE: Walter era lì ad aspettarla, alla stazione, con un mazzo di rose rosse e gli occhi inondati di luce. Veronika trasalì perché non se l’aspettava, lo abbracciò e gli diede un bacio sulla guancia. Poi s’incamminarono verso l’uscita. Pensò che quell’uomo l’aveva conosciuto tutto sommato da poco, che aveva fatto l’amore con lui solo il giorno prima, che era stato sposato due volte e che non tutte le credenziali erano impeccabili. Ma non si chiese ciò che accade dopo che la scritta “fine” e' apparsa sullo schermo. Se un giorno qualcuno le avesse chiesto di raccontare la sua storia gli avrebbe soltanto chiesto di iniziarla come una favola, con le parole…c’era una volta …(Incipit e finale liberamente tratti dal romanzo "Undici minuti" di Paolo Coelho)


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La ragazza che divenne regina

C’era una volta una prostituta di nome Veronika. Come tutte le prostitute era nata vergine e innocente e nell’adolescenza aveva sognato di incontrare l’uomo della sua vita, di sposarsi e di avere dei figli e una bella casa, ma la vita le rise in faccia. Il padre rapinatore finì per vivere nell’ombra, fuggitivo dalla legge come dalla famiglia, che s’imbatte in una tragica decadenza. Per permettere alle tre figlie Veronika, Magdalina e Selina di vivere una vita dignitosa, sua madre dovette lavorare come cameriera giorno e notte. Furono anni difficili, con ritmi diabolici per inseguire l’indispensabile denaro, sempre continuando l’arduo mestiere di madre. Ma una madre può sbagliare, come tutti d’altronde, e il suo sbaglio fu cedere alle tentazioni di quel sollievo tanto efficace quanto effimero e fugace. In parole povere, rientrò nel mondo della droga in cui l’aveva introdotta l’amato in giovinezza. Un vizio che divenne dipendenza e di conseguenza, una spesa che s’evolse in un debito. Famiglia disagiata, etichetta fredda e triste, Veronika già a sedici anni conosceva più assistenti sociali di qualunque altro suo coetaneo. Le comunità di recupero aiutarono la madre, ma i debiti persistevano. La primogenita Magdalina andò a vivere a Londra in cerca di fortune mentre Selina, la più giovane, si trasferì in Grecia dalla zia materna, mentre per Veronika non c’era nulla da fare se non restare in Italia con sua madre.
Un futuro incerto e una madre da aiutare economicamente, unite ad un percorso scolastico obbrobrioso, spinsero la ragazza ad essere già una donna d’affari. Il sogno del principe azzurro era rimandato forse a mai più, tutti rimandiamo i nostri sogni. Lei poteva essere una donna amata ma soltanto a pagamento, cominciando a vendere il suo corpo. D’altronde bisogna ammetterlo, Veronika come la madre era una ragazza incantevole, un fisico longilineo con delle curve delicate, come i suoi capelli bruni lisci, che formavano una frangia incapace di nascondere la bellezza di un viso angelico, con l’unico difetto del naso un po’ adunco. A vent’anni non aveva ancora amato veramente nessuno, ma di esperienza a letto ne aveva fin troppa, amava fare sesso occasionale, era il suo passatempo preferito. Tutto accadeva in quelle notti passate a stregare ragazzi in discoteca insieme all’amica d’infanzia Margherita, un’altra splendida donna tentatrice. Questa, più maliziosa della nostra Veronika, una sera per scherzo disse: “Sai che mi servono dei soldi per cominciare l’università? Magari se li chiedo a qualche sfigato in cambio di tu sai cosa posso studiare quel che voglio!” lì per lì l’altra rise, ma tutto accadde come nelle più strambe pellicole erotiche. Luci strobo a ritmo di musica elettronica, balli a contatto con movenze in cui le minigonne rischiano di mostrare troppo.
Margherita adocchiò tre incamiciati un po’ fuori luogo, i tipici con lo sguardo assente ma voglia di strafare. Le due sirene finsero interesse ballando e avvicinandosi pian piano, si strusciarono su loro chiacchierando a caso, accarezzandoli qua e là. Sogghignando Margherita fece la proposta indecente, loro risero, il più bullo dei tre quello grasso e ubriaco fece la controproposta inaspettata:“pago il doppio ma per entrambe!”. Veronika inebriata dalla musica, dall’alcool e anche dall’idea di guadagnare qualcosa rise ancora. “Non sei costretta a farlo, fai come vuoi” le urlò nell’orecchio l’altra, ma Veronika smise di pensare e cominciò ad agire. Sorridendo trascinò il ragazzo via con sé, seguita dalla incredula amica. In un luogo appartato appena fuori da quel locale, ci fu la carnale iniziazione alla prostituzione della ventenne. Le piacque un sacco guadagnar soldi per fare un cosa che adorava, la quale poi era di breve durata, visto il basso vigore dei clienti. Lei e Margherita cominciarono a girare locali usando la tattica della prima volta, i clienti aumentarono e di conseguenza cominciarono a guadagnare dei bei soldini. Prima per le tasse universitarie, poi per camparci bene e infine per ogni campriccio. Veronika aiutò la madre a rimettersi in piedi, tutto tornò ad andare bene grazie agli sporchi soldi spacciati come guadagni di un nuovo lavoro al call center.
La ragazza divenne donna e i suoi affari aumentarono vertiginosamente, rispetto a prima viveva da regina in un regno dove fare sesso con pervertiti paganti era la normalità, nessun principe azzurro in corte. Veronika sapeva di essere moralmente colpevole, ma con la crisi non le andava di inviare curriculum qua e là per un lavoro ancora meno dignitoso di quello che aveva creato da sé. E poi pensava maliziosamente che per divenire una donna in carriera avrebbe dovuto comunque far sesso con qualche esaminatore, tanto valeva fare sesso con chiunque la pagasse degnamente e basta. Margherita mollò tutto una volta laureata. Veronika continuò a sognare di essere madre un giorno, per questo rifiutò le offerte di case cinematografiche a luci rosse inserite nel suo ambiente, non voleva essere pubblicamente riconosciuta come una prostituta. Poi quei video non sarebbero stati cancellati, il suo passato oscuro forse sì. Lei amava agire nell’ombra dei locali dov’era addirittura divenuta una escort di una rinomata (illegale, dunque corrotta) agenzia. Ebbe migliaia di clienti in quegli anni, bravi padri di famiglia, politici famosi, ragazzi curiosi e tanta altra gente. Inizialmente rimase stupita del fatto che a contattare un’agenzia simile fosse complessivamente brava gente, ma poi s’abituò di loro. Veronika era così una escort perennemente a contatto con l’ipocrisia, spesso insieme a gente che preferiva parlare dei propri problemi anziché fare sesso poiché non aveva davvero il coraggio di tradire. Poi vabbé c’erano i pervertiti di ogni genere, ma su questo è meglio non approfondire.
Qualcuno s’innamorò di lei, ma Veronika non provò mai nulla per loro, concedeva solo qualche extra per divertire e divertirsi un po’.
Una sera però tutto cambiò. La regina, così l'aveva soprannominata l’agenzia per la sua bellezza elegante, amoreggiò a pagamento con un politico locale, un carismatico liberale di mezza età, un uomo davvero sensuale, noto per il passato tempestoso. Si chiamava Walter ed era follemente bravo a letto perché faceva l’amore,non sesso. Sì, lui era innamorato di Veronika, un amore scottante causato dal fisico che lei aveva, adeguatamente (ossia non troppo) esplosivo. Quando il rapporto finì, lui abbracciandola fortemente disse: “Scappiamo via da questa pazza vita! Domani mattina parti con me dalla stazione, andremo a vivere lontano da qua io e te, il tuo re è arrivato, ti prego proviamoci, ti amo davvero!”; lei non rispose se ne andò gelida via. Walter la rincorse nudo per il corridoio dell’albergo, dicendo: “Non temere del tuo lavoro, anch’io non mi posso vantare del passato sai? sono stato sposato due volte ho sempre rovinato tutto ma per te darei tutto me stesso, parola d’onore!”. Ma la regina si limitò a salutarlo sorridendo, fuggendo da quell’albergo in cui lavorava per conto dell’agenzia. Quella notte Veronika non dormì, girovagò per la città pensierosa. Pensò continuamente a quelle poche ma significanti parole. Un bell’uomo innamorata di lei, che storia e che strana occasione offerta dal destino! Ma era davvero pronta a ripartire da zero? Rifletté a lungo, non sapeva proprio che fare. E se le parole di Walter erano casuali, frutte di un pensiero momentaneo frutto del sesso appena fatto? Tanti clienti la corteggiavano ma solo per qualche sconto, nulla di più. Eppure quell’uomo le sembrava così sincero! Per giunta Walter era più grande di lei, una cosa che gradiva perché in lui rivedeva un padre protettivo che non ha mai avuto. Alle tre di notte Veronika si fermò a riposarsi in un motel dov’era cliente abituale. All’alba la regina bevve un caffè e agendo d’impulso com’era solita fare, se ne andò sorridendo verso la stazione. Era un po’ sciupata per la notte in bianco, ma sentiva un allegria strana, come se non avesse più bisogno di nient’altro. Walter era lì ad aspettarla, alla stazione, con un mazzo di rose rosse e gli occhi inondati di luce. Veronika trasalì perché non se l’aspettava, lo abbracciò e gli diede un bacio sulla guancia. Poi s’incamminarono verso l’uscita. Pensò che quell’uomo l’aveva conosciuto tutto sommato da poco, che aveva fatto l’amore con lui solo il giorno prima, che era stato sposato due volte e che non tutte le credenziali erano impeccabili. Ma non si chiese ciò che accade dopo che la scritta “fine” e' apparsa sullo schermo. Se un giorno qualcuno le avesse chiesto di raccontare la sua storia gli avrebbe soltanto chiesto di iniziarla come una favola, con le parole…c’era una volta …(Incipit e finale liberamente tratti dal romanzo "Undici minuti" di Paolo Coelho)



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Scrittura creativa scritta il 13/11/2018 - 15:46
Da Roberto Magomma
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