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LA SPERANZA

Era lì, davanti a me, con l'aria di uno che volesse interrogarmi e mi guardava fisso, con occhi di un azzurro molto tenue. Poco prima avevo varcato il cancello del parco dove abitualmente vado a fare qualche giro di corsa leggera quando sono teso e per tenermi un po' in forma dato il mio lavoro sedentario.
L' avevo intravisto, ma non ne ho la certezza, seduto su una panchina; aveva vestiti leggeri nonostante l'aria fosse fresca.
Quando mi avvicinai mi disse, con una calda voce baritonale: "Scusi" ed io, pur essendo di carattere riservato, mi fermai davanti a lui anche se un po' infastidito.
Quando continuò dicendomi: "Posso farle una domanda" fui tentato di proseguire ma, nonostante la mia volontà mi invitasse ad andarmene, era scesa dentro di me una tranquillità e fiducia che propendevano per continuare a parlargli.
Mi raccontò che era lì da qualche ora ed attendeva di parlare con qualcuno ma mi sembrò un po' strano perché, quando ero entrato, avevo notato che nel parco c'erano altre persone anche se ora non ne vedevo alcuna e si sentiva solo un grande silenzio.
Poi ad un tratto, senza chiedermi altro, disse: "Vorrei parlare con lei della speranza".
Considerata la domanda pensai di avere a che fare con un tipo o affetto da qualche sindrome o che si sentisse molto solo ed avesse bisogno di parlare con qualcuno.
Senza riflettere molto cominciai a rispondere dicendo che a mio parere c'erano diversi tipi di speranza e che ognuno di noi si porta dentro di sé le proprie. Poi completai il discorso dicendo anche: "Alcuni sperano di avere una vita felice, altri di diventare ricchi, altri ancora, magari mano a mano che avanzano con l'età, di avere buona salute mentre i più giovani forse sperano di incontrare l'amore della loro vita".
Ascoltava attentamente mostrandomi il suo interesse e guardandomi sereno con un lieve sorriso per cui gli chiesi:
"Scusi, ma con tutta la gente che c'è qui perché ha scelto di parlare proprio con me?"
Non rispose direttamente alla mia domanda ma mi spiegò che voleva sapere quali erano le mie speranze e non quelle del genere umano ed io, dopo aver pensato per qualche momento gli dissi: "Spero di poter continuare a vivere serenamente, rispettando gli altri avendo rispetto da loro e potermene andare senza soffrire quando arriverà il mio momento".
Vi fu un lungo silenzio da parte sua, come se stesse valutando la portata delle mie parole, poi rispose. "Oggi hai incontrato la speranza".
Fui assalito da un senso di freddo, come se si fosse alzato un po' di vento ed a mano a mano che il freddo aumentava l'immagine della persona che avevo davanti svaniva fino a scomparire completamente.
Poi tornò un rumore indistinto, percepii attorno a me altre persone ed uno strano sibilo nell'aria come se, sulla via di fianco al parco passasse un' auto con la sirena.
Ebbi conferma di ciò quando per qualche attimo riuscii a vedere che sui volti attorno a me di tanto in tanto passava un lampo azzurro ma poi non riuscii a vedere o sentire altro.
In seguito mi fu detto che ero stato trovato sdraiato davanti ad una panchina perché avevo avuto una crisi cardiaca e fui sicuro di aver incontrato la SPERANZA.



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Opera scritta il 30/11/2014 - 09:31
Da Gaetano Antonioli
Letta n.1324 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Mi ha fatto pensare.
La speranza e` cio` che ci fa andare avanti.
Se non l'avessimo il senso di vuoto diventerebbe insopportabile.

Giorgio Tria 22/05/2023 - 00:03

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Una storia molto ben articolata, che c'invita ad avere speranza nei confronti del prossimo e poi della vita più in generale. Complimenti fervidi e felice domenica.

Paolo Ciraolo 30/11/2014 - 16:43

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Racconto scorrevole che mi ha profondamente commosso ma la speranza è la forza che aiuta a superare e vivere.
Ho vissuto lo sconforto e la Speranza della ripresa con una persona che mi è stata molto cara.Buona serata GAETANO

genoveffa 2 frau 30/11/2014 - 16:42

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