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Sera di giugno

Cala le palpebre il giorno
ma tu capricciosa rimandi
l’istante di darti al tuo sonno.
Dopo l’Ave Maria recitata
per fare più pura la notte
«Ancora!» la voce reclama
«Ancora!» imploranti i tuoi occhi.
Sorpreso e invero commosso
da tale innocente richiesta,
rinnovo la prece più amata
da chi si avvicina alla morte.
Il canto di quell’usignolo
l’innalzi al cielo più lieve.



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Opera scritta il 28/07/2015 - 14:06
Da Maurizio Cortese
Letta n.1152 volte.
Voto:
su 8 votanti


Commenti


Una lirica che, con un suono accorato, ma pieno e vivido, riproduce la solita ineccepibile arte del Cortese.

Ugo Mastrogiovanni 29/07/2015 - 11:49

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Bellissimi versi

rosa martella 29/07/2015 - 11:40

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Versi deliziosi ...al calar del giorno.

luciano rosario capaldo 28/07/2015 - 22:38

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