OPERA

Non invocherò il tuo nome quando sarò nel buio.
So che sei già qui.
So che sei in ogni mio momento.

Nascono viole d'ametista sui nostri corpi.
Albe levigate, dal seno acerbo.
Prati dove il vento puo abbandonarsi, finalmente.
Può spogliarsi ed essere se stesso.

Mi amerai per sempre, forse.
O forse sono stato io ad aver amato per tutti e due.
Tra le piaghe inghiottite dalla solitudine.
Ardenti, dopo aver davvero amato tanto.

Mi hai insegnato a vedere la vera anima dell'esistenza.
Quel sapore amaro che la lingua incontra.
La lama fredda dell'ingratitudine umana quando colpisce.
La pazienza dell'onice davanti all'arroganza.

Ed amerò le lacrime, asciugatesi sull'orlo degli occhi,
per paura che il cuore le deridesse.
I sorrisi morti sulle labbra
quando la cattiveria ha donato solo tristezza.

Il mare, squarciato dall'irrequietezza.
I giorni bruciati nell'inconsistenza.
Oh Amore. Amerò anche la coperta di gelo della tua assenza.
Il cratere mai sazio, che fagocita il tempo.

E come foglie intagliate sui rami del proprio albero.
Nuvole disegnate sulle rocce di montagne
che non sopportano più di stare ferme.
Ti amerò e ti seguirò in quegli inferni che hanno rubato le nostre anime.

In quelle pagine, scritte con il fiato corto.
Tra campi di grano, scolpiti nel marmo.
Sui veli fitti della nebbia, quando la mente perde se stessa
nella decadenza della vecchiaia.

Io ti amerò, per sempre.