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La nuova vita

Da qualche giorno faceva meno fatica a percorrere la strada che lo portava al reparto, ormai la conosceva bene, e quasi non lo turbava più la scritta maiuscola ONCOLOGIA che sovrastava la porta. Oggi avrebbe dovuto ritirare il referto delle sue analisi, ieri aveva effettuato l’ultima seduta del ciclo a cui si stava sottoponendo, ma mentre varcava la soglia non pensava a quello, cercava lei con lo sguardo.
Marina faceva l’infermiera da anni, ne aveva viste di cose tremende, per nulla al mondo avrebbe scambiato il suo posto con un altro, anche se aveva dovuto lasciare andare tante vite, ne aveva viste alcune riprendere luce, e questo la ripagava.
Claudio, sei mesi fa, era entrato li senza speranza, la dignità di chi era pronto a lasciare i suoi figli, durante le prime sedute pensava a cosa dirgli ed a cosa dire alla moglie Giulia, a come salutarli, lasciare un bel ricordo di se ed essere amato per sempre, perché lui li amava, davvero.
Era pessimista per indole Claudio, e Marina glie lo disse il primo giorno. Sapeva di rischiare parecchio, non si da una speranza a chi si è già rassegnato, un uomo non deve soffrire due volte. Ma lei, appena lo vide, rimase rapita dai suoi tristi occhi scuri, gli occhi fieri di un uomo ferito, che trapassavano quel che vedevano. Marina era cordiale e simpatica con tutti, a lui quasi non riusciva a parlare, ma non gli lasciava un minuto la mano, per ore.
Claudio un giorno la guardò e la vide piangere. Era bella Marina, mori lunghi capelli raccolti, un filo di trucco e mani da pianista. Chiuse gli occhi e pensò a Giulia e ai bambini, pensò che loro erano a scuola e Giulia a casa ad aspettarlo, ma riaprì gli occhi e le strinse la mano.
Si guardarono i due, lei accennò un sorriso e lui le fece una carezza, non si dissero niente, ma fu come se avessero parlato per ore. Con il pollice le asciugò gli occhi e fece scivolare la sua mano lungo il braccio di lei.
Claudio era confuso, il pensiero non andava più sempre e solo al suo male, ma gli compariva il viso della sua infermiera, e vedeva scendere le sue lacrime di quel giorno. Giulia non aveva tempo di essere disperata, e lui lo capiva, lo trattava come un re da sedici anni, e lui sapeva in cuor suo di non poter desiderare altro, ma da qualche tempo, inaspettatamente lo faceva.
Pensava di non avere problemi Claudio, di salutare i suoi dubbi insieme alla sua vita, di tenersi la sua solida storia, i suoi figli e il platonico amore di Marina, che tutto sarebbe finito con lui.
Claudio capì di stare meglio quando pensò per la prima volta a cosa sarebbe successo se fosse fuggito con Marina, pensò che dal dolore di poterlo perdere per sempre, la moglie ed i figli lo avrebbero odiato, e forse a ragione, pensò che Giulia non meritava una cosa del genere, ma in quel momento mise in dubbio il suo amore per lei, dubitò che fosse abitudine, comodità.
Non gli servivano i referti delle analisi, si sentiva vivo, come non gli accadeva da anni,anche prima di stare male. Entrò a testa alta e lei gli corse incontro sorridendo sventolando la busta con la mano. - SEI GUARITO, gli disse, si abbracciarono, lui la strinse a se con tutta la forza che aveva, la accarezzò sulla guancia, e dai suoi occhi per la prima volta scese una lacrima.
Addio, le disse, porterò per sempre con me il tuo ricordo, le tue lacrime per me, il tuo sorriso, il tuo viso e i tuoi capelli, ma mi hai conosciuto come uomo fiero, e questo sono, devo andare.
Lei sorrise, gli prese le mani e gli disse - Lo sapevo, è la cosa giusta. Porta a casa i tuoi occhi e guardaci crescere i tuoi figli, mi hai regalato immensa tristezza e gioia.
Si abbracciarono di nuovo, lui prese la busta e uscì dalla porta,si voltò ma proseguì, lei pensò che altri addii erano più tristi, che le sarebbe passato, e riprese a scherzare coi malati,sorriso sul viso, la morte nel cuore.-



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Opera scritta il 03/10/2016 - 04:31
Da Gian Luca VA.RE.
Letta n.1402 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


Conosco quegli sguardi e conosco il dolore o la gioia di chi ha vinto la battaglia, mi hai fatto tornare indietro nel tempo quando avevo il camice bianco...avvincente descrizione 5*

ANNA BAGLIONI 03/10/2016 - 15:23

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