OPERA

Tu, cantor soave,
che con le ali tue
raggiungi la libertà.
Tu che ti lasci trasportar
dal respiro del vento,
da ogni sospiro di Zefiro,
abbagliato dal tuo concerto.
Provo invidia per te,
non per la tua natura,
né per dispetto al Dio della vita.
Provo invidia per il tuo volar
come foglia d'autunno,
senza riguardo ai mali del mondo.
Ed io son qui. Oh fatal mia vita!
Ed io son qui e ascolto, ascolto,
ascolto il tuo cantar beato.
Ed io son qui e ascolto, ascolto,
ascolto il battito del mio cuore
che martella nel petto innamorato.
Sono dei miei pensieri il prigioniero,
ed il mio carceriere
è la mia mente.
E quando porto 'l guardo mio
all'orizzonte,
su picchi innevati,
tu sei lì,
e voli libero nel cielo,
in dispetto a me
prigioniero nel freddo, nel gelo
d'una mente che si chiede
cos'è che c'è al di là del cielo.
Vorrei esser te e scoprir
coi tuoi occhi il mondo.
Ma io son prigioniero qui,
così come Dio m'ha fatto,
alla nascita
incatenato dai pensieri in un secondo.

Opera scritta il 15/11/2016 - 16:14

Da Francesco Pasqualetti

Letta n.1158 volte.

Grazie Laisa, sei gentilissima

Francesco Pasqualetti 16/11/2016 - 09:39

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profonda
malinconica, ma con un velo di speranza

laisa azzurra 16/11/2016 - 08:26

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