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Il sentiero

Sto percorrendo un sentiero bagnato e disseminato di sassi, ho perso l’orientamento e di conseguenza non so dove andare. Dovrei incontrarmi con un tizio in una baita per un lavoro stagionale ma il segnale del cellulare non prende affatto.
Con la macchina non si poteva proseguire, ragion per cui ho dovuto necessariamente continuare a piedi seguendo un paio di indicazioni. Non riesco a calcolare da quanto tempo mi trovo qui. A peggiore la situazione una cavolo di nebbia che si è fatta decisamente più fitta per non parlare di una terrificante sensazione di paura difficile da spiegare. Si dice che la paura mette le ali ai piedi e infatti inizio a correre.
In maniera ossessiva e paranoica, volgo lo sguardo all’indietro. Sto sudando e al contempo ho i brividi. Tutto ciò accompagnato da un profondo senso di solitudine mai vissuto prima.
Ad un certo punto noto alcune orme fresche sul terreno ed è certamente la conferma che qualcuno è appena passato da qui. Dovrei sentirmi almeno leggermente sollevato eppure non è così.
Senza accorgermene, il sentiero è giunto al termine, e dinanzi a me si presentano una moltitudine di alberi. Riesco a scorgere un uomo che se ne sta accovacciato ai lati dell’albero più grande fra tutti. A causa della nebbia, non posso distinguerlo bene ma si nota chiaramente che respira affannosamente.
Probabilmente come il sottoscritto si è messo a correre a perdifiato per sfuggire da qualcosa. Ma da cosa poi?
Che fortuna, perlomeno non sarò e non mi sentirò più solo. Mi avvicino fino a toccare la spalla dello sconosciuto per fargli accorgere della mia presenza.
Alza la testa e mi fissa con gli occhi pieni di terrore. Rimango letteralmente pietrificato.
Dannazione, sto guardano me stesso! Quest’uomo è tale e quale a me, la stessa corporatura, lo stesso volto e gli stessi abiti.
Sopraffatto dall’orrore, indietreggio per raccogliere una grossa pietra e con violenza gliela scaglio sulla testa fino ad ucciderlo. L’altro me, dopo aver cacciato un urlo, crolla a terra in una pozza di sangue.
Ricomincio a correre superando gli alberi, ritrovandomi ben presto in un nuovo sentiero. Stavolta niente orme, però sempre infradiciato, pieno di sassi e con l’immancabile nebbia.
Un angoscioso déjà vu mi pervade dal momento che il sentiero finisce, rivedendo i soliti tantissimi alberi, compreso un alberone che sovrasta gli altri.
Sono sfinito, mi manca il fiato, ho bisogno di rannicchiarmi proprio lì. Sto malissimo, inoltre avverto una nausea pazzesca. In lontananza vedo avvicinarsi qualcuno e come già avvenuto in precedenza mi è possibile distinguere ben poco. Dov’è finito? È sparito!
Improvvisamente mi sento toccare la spalla e istintivamente alzo lo sguardo.
Di nuovo me stesso.
Sto impazzendo? Mio Dio, che sta succedendo?
Lo fisso inorridito e, l’altro io, fa altrettanto. Raccoglie un sasso voluminoso e con ferocia me lo lancia centrandomi in testa. Urlo a causa del dolore per poi sprofondare a terra.


Mi sveglio di soprassalto e con il cuore che mi batte all’impazzata. Si è trattato di un maledetto incubo, sicuramente uno dei peggiori della mia vita.
Vado in bagno e mi sciacquo il viso con acqua fredda. Mi asciugo velocemente con l’asciugamano steso sulla vasca e un po’ intimorito mi guardo nello specchio. Ho il viso pallido, quasi cadaverico.
Il cellulare vibra sul tavolo della cucina pertanto lo prendo in mano. Mi è arrivato un messaggio.
Il mittente è il signor Giorgio Romero, colui che qualche giorno fa aveva risposto al sottoscritto ad una e-mail inerente ad un impiego.
Apro l’SMS per leggerlo.
“Sono spiacente di comunicarle che, riguardo l’offerta lavorativa alla baita di Messe non se fa più nulla in quanto abbiamo già provveduto. Le auguro una buona giornata.”
Quindi, niente lavoro. Beh, forse è meglio così.
Caspita, mi è appena venuta un dolore al capo, come se qualcuno mi avesse lanciato un sasso.
Umh, ho detto… un sasso?




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Opera scritta il 11/02/2017 - 12:27
Da Giuseppe Scilipoti
Letta n.1217 volte.
Voto:
su 10 votanti


Commenti


Mary, questo racconto, secondo me fa più paura se va letto prima di andare a letto, magari in tarda serata o di notte, esattamente come avevi già fatto nella prima lettura, a giudicare dall'ora in cui mi avevi rilasciato nel commento precedente.
Comunque, questo tuo secondo commento, dimostra che ho fatto un buon lavoro, ti sei lasciata avvolgere dalla nebbia quanto dalla paranoia del "gemello cattivo", giusto per citare ciò che mi dicesti in "Io e la Risolutezza"
Buonanoches!!!

Giuseppe Scilipoti 09/07/2023 - 23:41

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Horror psicologico da far battere i denti con quella nebbia, gli alberi e quel sasso lanciato al tuo io fa veramente paura , poi svegliarsi all' improvviso e sentire una fitta, anche se potresti fare la pubblicità al moment, nella nebbia del mal di testa più grande Super

Mary L 09/07/2023 - 13:31

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Ciao Mary, eh sì, qui siamo sull'horror ove ho inserito anche (sinistri) aspetti psicologici.
Nel 2017, non ero ancora Oss, ragion per cui non lavorando vivevo mesi... da incubo. Vuoi o non vuoi, testi di vario genere letterario gravitano attorno al lavoro. Per il resto, seguiró i tuoi consigli, per di più se ci dovesse essere della nebbia,poco ma sicuro che accenderó i fendinebbia.
Località di mare? Vivo e lavoro a Genova, quindi.... sono posto. L'unica cosa negativa? Di granchi, mi capita di prenderne tanti.
Grazie per il tuo simpatico commento!

Giuseppe Scilipoti 24/06/2023 - 22:57

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Questo è proprio un racconto horror da brivido.
Ti auguro di non fare incubi e vedere te stesso e sopratutto lanciarti sassi.
Sasso, carta o forbice?
Se dovessi vedere nebbia, non scendere dalla macchina, ci sarà un altra offerta di lavoro.
Magari in un località di mare con tanti granchi che ti fanno solletico ai piedi ma niente nebbia ne zombie questo lo aggiungo io, se ci sono cimiteri

Mary L 24/06/2023 - 22:35

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Grazie Santa, ogni tanto mi piace sperimentare generi nuovi in ambito scrittura, tra l'altro la nebbia (uno degli elementi predominanti del racconto) ha sempre un fascino nell'horror e... negli incubi.
Il componimento lo scrissi una notte
qualche anno fa, in quanto non riuscivo a dormire perchè...avevo in mente questa storia! (non autobiografica stavolta)

Credo di essermi messo paura da solo nello scrivere "Il Sentiero"
Avrei in mente altri horror, di cui uno quasi autobiografico

Giuseppe Scilipoti 08/01/2019 - 09:46

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I tuoi sogni sono molto originali e significativi, ma hai ragione a definirli incubi. Non so se sia vero o di fantasia resta comunque il fatto che è scritto molto bene. Ciao!!!

santa scardino 08/01/2019 - 00:35

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Vi ringrazio sentitamente a tutti quanti voi. Si tratta del mio primissimo racconto horror miscelato con un pò di onirismo. A differenza di molti miei racconti non è autobiografico. Ho voluto cimentarmi con un nuovo genere e dai commenti sembra che il sottoscritto sia riuscito nell'intento. Buonanotte a tutti e vi ringrazio ancora per i vostri commenti, mi rendono molto felice

Giuseppe Scilipoti 20/02/2017 - 23:33

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bel racconto, coinvolgente, mozzafiato e scorrevole.
complimenti davvero

black shadow 14/02/2017 - 18:41

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Un racconto che tiene col fiato sospeso, direi. Un altro sogno. Mi è piaciuto molto e l'ho letto con piacere. Complimenti.

Giulia Bellucci 11/02/2017 - 23:10

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Grazie Giuseppe, per il passaggio, molto gradito. Non scrivo molti racconti e quando succede preferisco corti e diretti. Se vuoi "La storia di Mario" e "La doppia scelta".
Ciao, buona serata.

Loris Marcato 11/02/2017 - 19:13

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racconto molto ben scritto
complimenti

laisa azzurra 11/02/2017 - 18:50

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diciamo che ti sei ucciso da solo in quel sogno ma scrivi sda dio scorrevole e anche divertente 5*

GIANCARLO LUPO POETA DELL'AMO 11/02/2017 - 16:34

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Chissà se quel sentiero è il nostro percorso di vita e ogni tanto incontriamo noi stessi nei viaggi interiori che ogniuno fa.
A me è piaciuto molto e poi, scrivi benissimo!
Ciao Giuseppe.

Loris Marcato 11/02/2017 - 15:52

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