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santuario

Elevasi dell’ancestral orazion la flebil voce
e a carezza or di gaudio or di lacrima s’avvince
all’umil rivelarsi della lignea croce
ove a troneggiar giace colui ch’ogne mal vince.
Certo di quanto nel cor ha reale dimora
sol quel Cristo v’è,
che del tremebondo uomo la man afferra
in guisa di metatemporal aurora.
E aggirasi in estasi tra abbracci di navate l’alma
tra i quai morbidi affreschi regnan rifulgenti
ma anco polittici, mosaici e icone
che d’arte e religion serban i sentimenti.
E così librasi fuor del perimetro di Cronos ordinario
dei dì lo scandirsi in cotesto santuario
ove il luminescente sguardo della Vergine Maria
fier e complice traccia all’uman destin la via.



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Opera scritta il 26/04/2018 - 12:13
Da cristiano comelli
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