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Il Treno Fantasma

Si dileguano gli uccelli,
che già volano su in alto.
Per paura son ribelli,
perché colti in soprassalto.


Un rumore assai molesto
tutti ha spinto sull'allerta,
cosi fuori dal contesto
che li lascia a bocca aperta:


E' un potente sordo fischio,
che distrutto ha il silenzio
tra quei campi colti in vischio
ch'han colore dell'assenzio.


Treman lunghe scie d'acciaio
d'energia che le percorre.
E' un grandissimo telaio
che veloce già le scorre.


Come fosse trasparente,
ombra nell'oscuro nero,
un riflesso iridescente
resta saldo sul sentiero,


perché certo è obbligato
a seguir suo lungo corso,
giacchè dentro è abitato
da affogati nel rimorso.


Viaggio eterno, senza meta,
limbo che s'è fatto treno:
le fermate finge e vieta
per partir poi senza freno.


Mai nessuno che s'accorge
come sia salito a bordo.
S'addormenta e poi risorge
senza più alcun ricordo.


Mentre fissa la carrozza,
d'eleganza rivestita,
sente un nodo che lo strozza,
come un pianto che la invita


nello strenuo rimembrare
emozion che mente ha perso
nella via che rara appare
a colui che s'è disperso.


Come il Sole il treno è tinto
quando l'anima rammenta
e in un giallo variopinto
luce e polvere diventa.


Sbuffa ansante il convoglio
tra la rabbia che lo affuma,
perché ei rimane spoglio
se le anime consuma.


Di sua propria volontà
devia il corso dei binari
e per giunger l'aldilà
apre un varco coi suoi fari.


Viola è l'uscio che sta aperto,
ampio come galleria
e pel viaggio ch'a sofferto
strilla pieno di follia.


Il portale tutto inghiotte
e la calma presto torna,
mentre il regno della notte
di silenzio il mondo adorna.




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Opera scritta il 25/10/2018 - 23:46
Da Emanuele Cinelli
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