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INNAMORARSI A NATALE

Il freddo sferzava il viso e toglieva il fiato. Le luci anche. Era Natale. Indubbiamente era Natale. Ma questo non bastava, sentiva che qualcosa non andava, ma cosa? Si guardò intorno, tutto era perfetto, assolutamente perfetto. Ma era solo la facciata. Forse, perché quella città non era la sua, ma sì era un po' di malinconia, o forse perché quel Natale era sola. Scacciò con forza, quell'ultimo pensiero. Non era da lei, e poi era troppo grande, per quello. Ma chi è veramente grande per sognare un amore? Ma anche quella domanda, venne ignorata e scacciata via con forza. Finalmente aveva un attimo di respiro, cosa che tra il lavoro e il trasloco, le era sembrato un lusso, che non poteva permettersi, e avrebbe fatto meglio, a godersi quei momenti, facendo la turista, e non sprecarli in stupidi pensieri che non portavano a niente. Chiuse un momento gli occhi. Voleva concentrarsi. C'erano molte cose, che voleva vedere. Da dove cominciare? Un caffè, tutto addobbato per le feste, con tanto di babbo natale, gigante, fuori dalla vetrina, attrasse la sua attenzione. Ecco, un caffè, caldo era quello che le ci voleva, le avrebbe dato la giusta energia, e l'avrebbe riscaldata. Poi avrebbe cominciato il suo giro.


Come aveva previsto, il caffè, l'aveva rimessa a nuovo. Con passo spedito, si diresse, verso il museo, c'era una mostra, che avrebbe voluto vedere, ma non ne aveva avuto il tempo, e quello era l'ultimo giorno, poi avrebbe fatto un giro per i monumenti, e magari qualche luogo simbolo, di quelli citati nelle guide turistiche, in fondo per quella sera, lei era solo quello, una turista. Chissà se mai si sarebbe davvero abituata a quella città e ai suoi ritmi. Era la viglia, eppure tutti sembravano muoversi, come sempre. Ma in fondo che poteva saperne lei? Magari, era solo l'apparenza. Mentre camminava, si guardava intorno, con il naso all'insù, certo che le luminarie erano proprio belle! Era del tutto assorta, ed ignara che qualcuno la stesse osservando, sorridendo.


Era stato più forte di lui, l'aveva vista, e qualcosa, gli era scattato nel cervello, curiosità forse, ma aveva sentito di doverla seguire. Era così diversa, da come la vedeva sul lavoro, e qualcosa nello sguardo lo aveva colpito. Si stava comportando come un imbecille, ma in fondo, non faceva nulla di male, anzi, quel giorno non aveva nulla da fare, e per quanto il suo ultimo pensiero, sempre se ci avesse pensato, sarebbe stato quello di girare per musei e monumenti, doveva riconoscere che si stava rivelando un'esperienza interessante.


Si era seduta su una panchina, incurante del freddo. I suoi occhi e i suoi pensieri erano incentrati tutti sul grande albero di Natale che dominava la piazza. Era magnifico! Un'ombra le passò accanto, andandosi a sedere di fianco a lei. Ma non ci diede peso. Le persone, continuavano a correre veloci, qua e là. Ma come non facevano ad accorgersi di tanta bellezza?
<<È un po' che ti osservo>> Riconobbe la voce, quella di un suo collega, e sussultò.
<<Davvero?>> Fu l'unica cosa che riuscì a dire. Quella conversazione, era surreale.
<<Siamo, capitati negli stessi posti. Sembri diversa, da come sei al lavoro.>> Si voltò a guardarlo.
<<Sì? Sarà che questa città è bellissima, è una continua sorpresa!>>
<<Mha, io ormai ci sono abituato.>>
<<Abituato? Anche alla fontana, illuminata, che è qui in piazza? Non ci credo!>> Lui rise.
<<Quando, fai così sembri una bambina, alla vigilia di Natale!>> Lei abbassò lo sguardo.
<<Scusa.>>
<<No, non ti scusare. Che dici, se facciamo due passi?>>
<<Perché?>>
<<Perché mi va, e mi piacerebbe conoscerti un po'...>> Quella frase, l'aveva confusa, ma in fondo non c'era nulla di male, no?
<<E va bene. Magari potresti mostrarmi qualche posto che ancora non ho visto.>>
<<Ok, per me va bene.>>


Si alzarono dalla panchina, ed insieme cominciarono a camminare per le vie illuminate della città. Era uno spettacolo, e avere qualcuno con cui dividerlo lo rendeva ancora più bello.
Camminare insieme era piacevole, e lei stava scoprendo cose del suo collega che non aveva notato mai. E soprattutto tra loro c'era affinità e sintonia. Dopo, un po' si riscoprirono più vicini, a ridere, come ragazzi, sotto i primi fiocchi, di neve, che cominciavano a cadere. A quanto pareva sarebbe stato un bianco Natale, quello.
Alla fine del giro, quando ormai, erano molto più uniti di prima, anche se lei non sapeva spiegarsene il motivo, ritornarono verso la piazza, parlandosi fitto, fitto. In piazza, oltre alla fontana, avevano ormai acceso anche il grande albero, e tutt'intorno c'era atmosfera di festa, e rumori, di chi passava di fretta carico di pacchetti, e di chi, incurante della neve si era fermato a chiacchierare, proprio come loro. Si volsero a guardarsi, e i loro sguardi rimasero incatenati. Era davvero possibile innamorarsi, in così poco tempo? Forse, sì in fondo a Natale, tutto sembra possibile. L'attimo dopo erano una nelle braccia dell'altro, uniti da un dolcissimo bacio.




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Opera scritta il 29/12/2018 - 18:53
Da Marirosa Tomaselli
Letta n.916 volte.
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Commenti


Sei predisposta alla narrazione

Ernesto D'Onise 24/02/2019 - 20:24

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P.S Buon Anno anche a te!

Marirosa Tomaselli 31/12/2018 - 11:18

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Grazie mille, Santa, le tue parole mi hanno resa felice, sono contenta che il mio racconto ti sia piaciuto.

Marirosa Tomaselli 31/12/2018 - 11:17

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E' stata una vera gioia leggere questo breve racconto.In fondo la vita è fatta di incontri inaspettati. L'amore non si programma, decide lui quando e da chi andare le frecce di Cupido sono misteriose. Bravissima. Auguri per il nuovo anno.

santa scardino 30/12/2018 - 21:32

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