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Normali...chi?

Gira intorno a casa, silenzioso e non visibile o si manifesta nel suono, nella sagoma, tutto, niente o una parte. È il popolo della notte, nella campagna intorno a casa di Giada.
La stagione ne varia alcuni componenti. Altri si aggirano tutto l'anno. Quella terra appartiene a loro, da sempre.
La civetta tra le piume soffre il pregiudizio, il cinghiale scava le buche e mai dove servirebbero, i rospi al di sotto delle muricce aspettano l'acqua di scolo della pioggia o di chi bagna i fiori.
I geki sotto la tettoia aderiscono perfetti, almeno così lei si augura quando passa sotto le travi. L'istrice e il tasso, discreti, si offrono agli occhi, di rado, nella loro bellezza. I caprioli scendono, a piccoli gruppi, ed è incanto, tolgono il fiato mentre i ricci golosi mangiano i biscotti lasciati dagli uccellini. E poi ci sono loro, predisposti ad una vita guardinga, nelle ombre, forse ci sono, forse sono altrove.
Giada è sola quella sera. Mauro suo marito ha il campionato di calcetto. Per lei serata libera, per lui pure. È tranquilla, nessuna cena da preparare, si aggira per casa. Vive il tempo classificato inutile.
Pensa, scrive, ricerca un film da gustare o sosta sul divano, sommersa dal silenzio, misterioso mare.
Quando Mauro ritorna entra dal cancello del giardino, posa la borsa del calcio sul tavolo, toglie la muta usata per giocare e, se non la porta nella lavatrice, che sta dietro casa, la lascia lì sul muretto di fronte alla porta della cucina. Entra. Giada, animale mimetico con la tappezzeria del divano, lo sente, lenta riprende il filo della giornata non ancora finita. Lui parla del freddo e del limone, quello di suo nonno, che andrà coperto meglio.
Lo vede abbassarsi, per vedere meglio fuori, al di là della porta della cucina. Lo sente gridare
-Nooo, non ci sta-
-Che cosa non ci sta- risponde Giada ma lui è già fuori, lo sente aprire il cancello e fa appena in tempo a vederlo correre verso l'uliveto, e mentre corre ride e urla e ride.
-È astemio- pensa Giada -e se corresse dietro a un ladro non riderebbe-
Pochi minuti è di nuovo in casa, e ride e ha il fiato grosso e lei non sa perché ma ride, ride con lui, e tra un singhiozzo e una lacrima lui racconta – Era lì, rovistava tra la muta, non ci sta, era una volpe, piccola credo e ha portato via...-
-Che cosa ha portato...-
-Le mutande! L'ho rincorsa, le teneva in bocca e giocava come un cucciolo, correva più forte di me-
-Ci credo amore, tu non sei un cucciolo, già hai giocato a calcetto!-
Da schiantarsi dal ridere, hanno salito le scale ridendo, sono andati a letto ammantati dalle immagini, dalle risa e dalla volpe, che li aveva sfidati, solo per gioco.
Mauro si addormenta pensando alle sue mutande nella tana della volpe.
Giada scivola lenta tra le lenzuola, come i bambini dopo una giornata sull'altalena.
Alle tre della notte, lei, di botto, si sveglia, tira su la schiena, si siede sul letto.
Lui dorme, alla sua sinistra, dalla parte del cuore.
-Mauro...svegliati...-
-Che c'è?- mentre tutto di lui ancora dorme
-Ma secondo te, la volpe... era maschio o femmina?-
-Ma che c'entra ora? Che ne so...ma perché non dormi come tutte le donne normali?!-
-Ma le donne non sono normali, amore!-
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Opera scritta il 31/01/2019 - 21:09
Da Grazia Giuliani
Letta n.997 volte.
Voto:
su 5 votanti


Commenti


Ci sono dei passaggi bellissimi in questo racconto, tipo "Giada scivola lenta fra le lenzuola, come i bambini dopo una giornata in altalena..." Una Giada-Grazia che è felice di avere uno spazio tutto suo in cui dare libertà alla sua fervida, intatta, pura immaginazione, oltre le incombenze della vita quotidiana, che per una donna sono sempre numerose...
Molto apprezzato!

Carla Vercelli 02/02/2019 - 18:34

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Grande racconto

Maria Isabel Mendez 01/02/2019 - 21:05

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Commenti strepitosi, i vostri, è stato bello leggerli...
Grazie di cuore a tutti...Paola non è fantasia, è tutto vero ...ehhh se li conosciamo

Grazia Giuliani 01/02/2019 - 19:26

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Ironia e poesia in questo tuo racconto che ho gustato tutto d'un fiato.
Mi sono persa nella descrizione dei simpatici amici del popolo silenzioso.
E certo, quelli che si fanno rubare le mutande lì conosciamo...sin troppo bene.
Ma noi...noi siamo indefinibili...
Bravissima, cara, anche per la fantasia

PAOLA SALZANO 01/02/2019 - 15:35

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Bellissimo racconto Grazia...letto con vero piacere. Sei straordinaria!!!
Grazie un abbraccio

Margherita Pisano 01/02/2019 - 15:05

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E l'uomo dormiente sul lato sinistro che si fa rubare le mutande da una volpe?

Grazia, sei unica.


Ernesto D'Onise 01/02/2019 - 14:32

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GRAZIA....Si noi donne non ci arrendiamo mai alla prima spiegazione cerchiamo sempre dell'altro perche siamo infinitamente curiose. Un bel racconto scritto magnificamente ed anche divertente. Ciao dolce amica.

mirella narducci 01/02/2019 - 12:16

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Bellissimo racconto..favoloso
complimenti Grazia

Salvatore Rastelli 01/02/2019 - 10:54

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Difficilmente un racconto mi attrae, cara Grazia! Sono cresciuto leggendo i libri di Stephen King, indi per cui, posso decisamente affermare che sei un mero portento! Il "particolare" non ti sfugge e ne fai perno letterario, filosofico e psicologico! Sei Grandissima! Un abbraccio colmo di complimenti sinceri!

John Sirrom 01/02/2019 - 10:50

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Già, le donne nn sono normali...
Sai quante volte viene anche a me il desiderio impellente di
fare una domanda a mio marito mentre lui è già tra le braccia di Morfeo? A volte lo sveglio perché poi ho paura di dimenticarmene e lui puntualmente, mi prende in giro e mi fa: si si, dormi adesso però, eh.
Siamo così, pensiamo e riflettiamo anche lì, dove c'è poco da riflettere.
Mi incanti, Grazia
...anche per le scene di vita quotidiana che sai rappresentare poeticamente.

laisa azzurra 01/02/2019 - 10:22

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Hai saputo condensare tanti ingredienti in questo racconto e quel che ne è uscito è veramente un piatto prelibato da gustare lentamente perchè questo tu sei in grado di offrire con il tuo modo garbato ed efficace quando scrivi e lo fai con il cuore con una visione a 360 gradi dove anche le cose banali assumono una ieratica importanza. Tutto questo assieme alla piacevolezza della lettura fanno di questo racconto uno stralcio di vita. È un annegare nei tuoi sentimenti, nelle tue emozioni che sai elargire senza risparmiarti, ma questo è sempre il tuo modo naturale di proporti. Veramente brava amica Grazia.

Antonio Girardi 01/02/2019 - 10:03

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Hai descritto perfettamente il popolo della notte, tanto che mi ci sono ritrovata lì, come ospite, ad osservarne i suoi movimenti.
E ripercorro i risvegli improvvisi, preda di pensieri che la mente non lascia andare neanche durante il sonno, perché noi donne mica siamo esseri normali, noi abbiamo i superpoteri!
Ciao!

Millina Spina 01/02/2019 - 08:55

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Piacevolissimo e mi ci sono ritrovata cincondata dagli animaletti che gironzolando vicino casa mia, visto che abito circondata dalla natura. La volpe poi, adesso circola anche durante il giorno e ti guarda anche negli occhi senza paura... Solo che a me ha portato via un'oca ed una gallina... Ma... é la legge della sopravvivenza. Bravissima!

Teresa Peluso 01/02/2019 - 08:49

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