OPERA

T’amo d’un amor cortese
che nacque dallo sguardo
d’una creatura indefinita.
Amo quel tuo riguardo
e la grazia del tuo volto.
Emana in te purezza
e candore ogni cosa.
E amo cotanta bellezza.
Incrociando le altrui facondia
ci percepimmo a vicenda,
e generasti in me una malia
di cui giammai farò ammenda.
Rivolgermi i tuoi lessemi fu
bastante per riscaldare d’amor
platonico questo frusto cuore.
Anelerei, semmai l’alea largisse
un incontro, alla sola tua essenza
incorporea: parola d’impostore.

Opera scritta il 07/02/2019 - 21:16

Da Mirko D. Mastro

Letta n.959 volte.

Innamorarsi dell'amore e descriverlo con tanta grazia è divino!

santa scardino 10/02/2019 - 14:21

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Molto bene, Mastro!
Adorabile poetica!

John Sirrom 08/02/2019 - 15:04

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Velata, ma non troppo, dichiarazione amorosa di un piacevole sapore antico...Bella la chiusa, scaltra e rivelatrice...

Mimmi Due 08/02/2019 - 14:31

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Stupenda, onesta e sincera la chiusura...

Grazia Giuliani 08/02/2019 - 12:23

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È così bello infatuarsi dell'indefinibile...
L'amore è altro, Mastropoeta, appartiene a chi si "vive" ogni giorno, anche e soprattutto in assenza di poesia. l'amor cortese è altra cosa ancora, è sintomatico, solo un cuore nobile, probabilmente come il tuo.
Splendida ed eterea come tt le tue

laisa azzurra 08/02/2019 - 08:42

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