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Cala del giglio

Dolce mi scalda in solitudo rimembrar
di quelle terse notti la luna schiusa
quando in sensual ed amena voluttà
ogni cosa nell’aere parea confusa.


Nasci, splendido e spontaneo, là
ove il mare in eterno abbracciar
solo sfiora la sterile rena.


Là, ove guidato dal solar occaso
lontano nel tempo pervenne il nauta
e sul dorso di nostre bianche spume
seco la stiva di purpuree vesti lauta.
Fuggevole il vento sotto il notturno lume
rasenta appena il duro scoglio raso


e canta e respira la sera ventura
dell’odoroso mirto e delle stanche onde
delle sue parole..e della sua pelle
come roccia al vento levigata in marmorea scultura
nell’aria densa il profumo si fonde.


E sono ebbro di vita.
Ed ancor oggi confondo
dei suoi occhi e del mar
quell’immenso blu profondo.




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Opera scritta il 11/12/2019 - 19:51
Da Roberto Vezzi
Letta n.1052 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Meravigliosa! Lo stile poetico d'altri tempi impreziosisce questi versi e li rende accattivanti al lettore che vi si tuffa come in un mare azzurro. Una poesia che regala al cuore meravigliose e gioiose immagini Complimenti!

lidia filippi 16/12/2019 - 14:44

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Sublime poetare!

Alessia Torres 12/12/2019 - 20:18

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