OPERA

Aspetto, su di me le gocce tiepide del gelo di settembre,
il suo abbraccio
m'ingoia,
mi riempie come la luce dell'innocenza.
Io,
un fiume straripato dalle lacrime
che si riduce all'udire della sua voce.
Un "Io" che ha paura, che trema.
Vorrebbe aprire la porta dei miei muri
ma si piega alle possenti onde della ragione
o forse della voglia
di non sbagliare,
di non voler far soffrire.
Nascondo la voce del desiderio fino alla sera,
ma la notte è buia,
Ed io ho paura.
sogno...
m'incrociano i suoi baci
nutrono i miei giorni di speranza.
Quei giorni sognanti,
magici e,
in quegli attimi che hanno il sapore di una intera vita, svanisce l'ansia ad ogni suo sguardo.
Odio questo piacere
che mi rode nell'anima...
Odio questo malessere
dovuto alla sensazione di completezza che sento!
Sarà uno strano balzo della nostra febbre?
E se..?
E poi..?
Il lasciarsi andare ,
un arcobaleno sbiadito
dall'assurdità,
dalla mia ansia, dai miei pensieri.
Mi avvolge,
mi travolge come un treno di dolori e di sensi di colpa ed io sono in fuga verso un modo sognato in cui quel treno di emozioni
si ferma in una terra nuova,
dove io ti cedo la mia ansia e
tu col sorriso esplodi tra le mie braccia.

Opera scritta il 26/09/2020 - 10:07

Da Michaela Patricie Zaludova

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