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Numero trentadue

Finalmente ci siamo, sono arrivato in griglia di partenza, questa volta al completo, e non per la rinuncia di altri!
In fondo allo schieramento, certo, il primo anno è così, poi già per il prossimo dovrò cambiare team. Questa macchina è bella ed ha dei colori stupendi, i più eleganti della “Formula uno” un intenso blu elettrico che sfuma fino al bianco; ma è lenta ed anche poco affidabile, via!
Tra due giorni è il mio compleanno, e lo festeggio con la prima qualificazione vera! A casa, poi, lo festeggerò in un giugno vero, non come qui, che sembra Milano in autunno.
Ora pensiamo alla gara, devo cercare di rimanerci più dei sette giri dell’unica gara che ho fatto, certo è difficile, cercherò di risparmiare questa macchina bella e lenta, mi metterò alle calcagna del penultimo e cercherò di rimanerci attaccato, senza forzare, poi magari dopo l’ottavo giro vedo come va, ma lì ci devo arrivare, per Dio!
Tagliare il traguardo alla fine sarebbe un sogno, non ci voglio pensare, potrei essere doppiato più volte, ma magari chissà, ci riesco.
La smetteranno di considerarmi il figlio cui il papà ha comprato un posto in formula uno, li farò ricredere tutti, tornerò a casa da protagonista se porto la macchina alla fine.
Ecco, ci siamo incolonnati, vedo solo quello davanti, mi sposto a destra per vedere meglio, poi cominceranno tutti a zigzagare cercando i sorpassi, io me ne starò tranquillo, alla prima curva chiudo la fila, di sicuro.
Sto sulla mia corsia e vado diritto!
Semaforo rosso, ecco, ma quanto ci mette lo starter?
Via!!!
Prima, seconda, terza, che confusione. Io sto sulla mia destra, niente fronzoli!
Quarta, quinta…
Nooo!!!


E che cazzo! Lo sapevo che qualcuno mi prendeva!
Quel cretino dello starter non ha fermato la corsa, l’ha voluta far partire lo stesso, lo spettacolo si fa, anche se con una macchina ferma in prima fila, che gli costa a lui, maledetto!
Saranno contenti gli organizzatori, bisognava cominciare lo spettacolo e sia!
Tanto a farci male siamo noi piloti, a loro non interessa un cazzo, maledetti tutti…
Cerchiamo di uscire e vedere che è successo.


“Tutto bene? Esci, Didier, ce la fai?”
Siamo già sulla vettura dietro a spengere l’incendio, ma temo il peggio per il trentadue, non da segni di vita.
Le fiamme che sembrano domate si riattizzano ogni tanto, neanche è cominciato il Gran Premio.
“Forza con quell’estintore, ma non viene l’ambulanza?”
Ora la fermano la corsa, prima costava troppo, evidentemente, poi ci scappa il morto!


E il morto ci fu.




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Opera scritta il 23/11/2020 - 08:21
Da Glauco Ballantini
Letta n.872 volte.
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Commenti


Dramma in pista, il 13 giugno 82. In Canada, dopo che a maggio morì Villeneuve ci fu il dramma Paletti che non iniziò neanche la corsa urtando l'auti di Pironi ferma in prima fila.

Glauco Ballantini 21/12/2020 - 07:41

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A bruciare non é la sconfitta ma un pilota.
Sul maledire gli organizzatori ci sta, la gara andava fermata prima. In proposito il testo genera una riflessione ovverosia che gare come queste vengono viste come sensazionali numeri circensi nella quale gli spettacoli devono continuare... a correre e "lasciar correre". Fino a quando non ci scappa il morto.
Anche stavolta cinque stelline, peraltro sfreccianti.

Giuseppe Scilipoti 18/12/2020 - 22:57

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Di questo racconto... provo a fare un "tracciato"
Non sono un appassionato di Formula 1 o comunque di gare automobilistiche; tuttavia devo riconoscere che il racconto a livello narrativo non va mai fuori pista, il sussegursi é interesse e partecipato. Il finale drammatico non me l'aspettavo, un finale non “pilotato” per un risultato che arriva tranquillamente dal podio.
(segue)

Giuseppe Scilipoti 18/12/2020 - 22:53

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