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INETTITUDINE DI PADRONANZA

In erezione il fringuello seppe palesarsi
Di fronte alla devotchka un po’ indisponente



Dopo un tempo alquanto irrisorio
Ella arcuata in arresa postura
Gemette assai



Tentacolari gli imponenti arti
Di me succube la costrinsero
E nel virtuoso lëmworitstëm s’affaccendò lieta



Come un dingir mi idolatrai sul finire dell’atto
E compiacente e ardito
M’implosi di immota pacatezza



Poco a poco
Sovvertimmo l’estasi
In un’unione refrattaria al suo dogma primordiale.



Vitam et mortem
In litania all’orecchio come gemiti ancestrali
Amplessi di foglie cadute e di vortici sepolti
Affiorano dilatando lo spazio visivo



(In sé l’intreccio di carni è un vuoto perenne,struttura mal eretta,assenza e vertice di un malessere congruo all’individuo imperfetto)




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Opera scritta il 23/01/2021 - 11:27
Da Mirko Faes
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