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Acerba distanza dei sensi

Acerba distanza dei sensi,
nell’elettrodo carico di nervature inquiete
mastico barbari presenti
nell’oscuro futuro di un passato carente.


E se poi giocasse ancora con me
quella brezza delirante
che vuole semenze dalla mia terra!


O come vorrei correre fra i tuoi pensieri!
poterli baciare e indorare
col mio ricamo diurno.


Serrando le palpebre al cielo
volo nei boulevard di fuliggine
ardenti e casti
che dal calvario dei Padri
mi ridonano la sera.




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Opera scritta il 24/06/2014 - 05:11
Da LUCA SANTO
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