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La copertina d’ocra e vermiglio

A Ottobre di magico restano l’odore delle caldarroste, se siete fortunati ancora nella carta di giornale, e il calore dei ricordi… il profumo e i colori dell’Autunno, quelli sbiadiscono al passo stanco ma costante dell’uomo in bianco e nero che incede irrispettoso del lavoro della saggina che ora schiaccia un pisolino, del rastro che prende fiato tra le foglie mentre la vanga osserva tra la pula.
Raccolgo da terra una castagna da sotto il nodoso albero nel giardino della grande casa che fa da argine tra la trebbiatura e il letto del ruscello, e le parole fanno lo stesso rumore dentro la testa di quando sull’imbrunire il vento e l’acqua dialogano insieme. Stasera siede con loro in riva una signora per bene, lo si vede da come ferma sulla tela la luce attraverso gli occhi di un fiore.
Così scrivo di nonno che prendeva me bambino sulle ginocchia davanti al fuoco e iniziava a raccontare una favola dal libro con la copertina tra l’ocra e il vermiglio, sempre la stessa, solo dopo aver socchiuso la finestra sul giardino perché il vecchio albero potesse sentire. I suoi occhi andavano al camino e la storia cambiava ogni volta, il finale diverso.
Nonno diceva che erano legati da una forte amicizia lui e il castagno, e potevo sentire il calore e il profumo della corteccia nelle sue mani nodose. Quelle erano le mie domeniche d’autunno.
Ora la sera che i sogni diventano speranze vengo tra il giardino e il ruscello, mentre la vecchia padella bucata col chiodo si scalda ai cerchi incandescenti della stufa di ghisa, con il libro dalla copertina d’ocra e vermiglio. Non so raccontare le favole come faceva nonno ma posso udire l’acqua e il vento fermarsi ad ascoltare, e percepisco il sorriso del castagno. Lui che ancora c’è.
Prima di rientrare guardo in alto, un gatto si confonde al grigio del fumo del comignolo; socchiudo la finestra e tra le dita nere di caldarroste avverto la nebbia che si confonde con le pietre e l’odore di mosto delle cantine. Certe sere di pioggia tra i campi mi verso due Marroncini, uno per il nonno, e dal crepitio nel camino mi sembra quasi di sentire il calore e il profumo delle sue mani.




-FUORI CONCORSO



(da “Dal Canavese lei resta a guardare” -9 ottobre 2021)




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Opera scritta il 09/10/2021 - 21:24
Da Mirko D. Mastro
Letta n.433 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Stupendo ed evocativo con la dolcezza e la delicatezza dei ricordi che vivono ancora in te. Bellissima prosa sulle castagne, l'aspettavo e sono felice di averla letta.

santa scardino 11/10/2021 - 21:06

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Piacevolmente letto, scritto con particolarità di immagini suggestive… mi par di vedere tuo nonno mentre accanto al fuoco ti raccontava storie. Buona domenica Mirko

Anna Rossi 10/10/2021 - 05:34

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