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Centotre rose

Nell’aria tersa del mattino
prillava un tiepido raggio di sole
inumidito
da cristalline gocce di lacrime
mentre lassù
un frenetico viavai di anime
affollavano il Paradiso.


Gli ordini erano stati precisi:
bisognava imbandire la tavola
arredarla col corredo migliore
per le occasioni speciali.


Un’anima che si era distratta
domandò:
“chi deve arrivare?”
Protese l’orecchio ed ascoltò:


“sai, deve arrivare Giuseppina
quella sorella morigerata
tenera dolce e delicata
è quasi pronta
deve solo abbracciare
gli ultimi amori prima di andare.


È per lei
che quel tratto di cielo
si è coperto di nuvole bianche
lavorate di fino, dal tiepido vento
per ricamare centotre rose”.


Venne il crepuscolo
e poi la sera
sulle ali di un Angelo
Giuseppina volò
noi la vedemmo volare leggera
e con la mano ci salutò.




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Opera scritta il 15/10/2024 - 15:33
Da Francesco Scolaro
Letta n.303 volte.
Voto:
su 3 votanti


Commenti


Uno splendore di poesia.

Maria Luisa Bandiera 16/10/2024 - 07:21

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Centotre rose, un titolo simbolico oppure l'età della candida anima?
L'immagine delle nuvole che ricamano centotre rose, è stupenda!

Margherita Pisano 15/10/2024 - 20:51

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Le anime che partono han tutte identico nome, importa solo il saluto, son tutte sorelle e fratelli di candidi angeli!

Anna Cenni 15/10/2024 - 19:52

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