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Afferro la mia assenza

Come sono salate queste lacrime


un amaro così intenso


da rivalutare la cicoria


del me che fui bambino


tra braccia che avvolgevano l’anima.



Come è affannato questo tempo


fatto di bombe


e di giovani corpi straziati


senza tracce d’arcobaleno


né di orizzonti stellati


solo respiri martoriati


tra indignazioni di circostanza.



Come sono vuoti questi giorni


quando il tutto


diventa niente


quando gli orgasmi diventano numeri


e ogni bocca


la perifrasi di altre labbra.



Afferro la mia assenza


per non dimenticarmi di me.




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Opera scritta il 08/06/2025 - 10:21
Da Enrico Danna
Letta n.211 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Un percorso di questo mondo che va lungo le sue brutture.

Maria Luisa Bandiera 09/06/2025 - 07:20

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