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Atri tiempi

Quantu tiempu è passatu ti quannu
era 'ncora piccinnu ca sceva
'nziem'all'atri cumpagni ti tannu
cu lu soli o ci puru chiuveva!


Pari comu ci è shtatu aieri,
cá no' m'hagghiu scurdatu pi nienti
cuiddi fatti ca so' tutti veri
e ca mu' mi ritornunu a menti.


Mi ricordu quann'era vagnoni
la matina ca sceva alla scola
e pi ffari la ricrïazzioni
la faceva cu 'na cosa sola:


era 'na pota ti cuculicchj
ca 'ccugghjemmu nui tiempu ti fichi
cu panari o sia puru cu sicchj
comu sempri hannu fattu l'antichi.


No' vi ticu quant'erunu bueni,
atru cce brioches o merendini,
sarai megghiu t'li tolci ripieni
e oltrituttu cchiù 'ncora ginuini.


Cuiddi sì ca so' shtati atri tiempi
cchiù muteshti t'li tiempi ti mu';
tannu usammu surtantu li shtuempi
pi cazzari, ma muni no' cchiù.


So' passati li tiempi t'na vota,
mu' li cosi so' tutti muterni
e vi lassu surtantu 'na nota:
"No' putimu nui èssiri eterni!".


Traduzione:
Altri tempi
Quanto tempo è passato da quando
ero ancora piccolo che andavo
insieme agli altri compagni di allora
con il sole o se pure pioveva!
Pare come se sia stato ieri,
ché non ho scordato per niente
quei fatti che son tutti veri
e che or mi ritornano in mente.
Mi ricordo quand'ero ragazzo
la mattina che andavo a scuola
e per fare la ricreazione
la facevo con una cosa sola:
era una tasca di fichi secchi(interi)
che raccoglievamo noi nel periodo dei fichi
con panieri o sia pure con secchii
come sempre hanno fatto gli antichi.
Non vi dico quant'erano buoni,
altro che brioches o merendine,
forse migliori dei dolci ripieni
e oltretutto ancor più genuini.
Quelli sì che son stati altri tempi
più modesti dei tempi di ora;
allora usavamo soltanto i mortai(in pietra)
per schiacciare, ma ora non più.
Son passati i tempi d'una volta,
or le cose son tutte moderne
e vi lascio soltanto una nota:
"Non possiamo noi essere eterni!".


Poesia in vernacolo sanvitese con relativa traduzione.




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Opera scritta il 13/09/2014 - 17:13
Da Giuseppe Vita
Letta n.1936 volte.
Voto:
su 7 votanti


Commenti


Erano tempi duri, certo, ma si era più semplici ed essenziali...non come ora, che si è frenetici e indifferenti agli altri! Molto apprezzata, nostalgica ma con un tocco di spensieratezza! Buona giornata,

Chiara B. 15/09/2014 - 13:35

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Che meraviglia, Giuseppe, questa tua nostalgia di cose genuine del passato, che tuttavia non t'impedisce di adoperare un finale per la tua poesia MITE COME TE. Vera

Vera Lezzi 14/09/2014 - 11:20

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Ritornare con la mente alla fanciullea età è il meraviglioso che più non ritorna... e l'hai verseggiato magnificamente in vernacolo e con fantastica traduzione... FELICE DOMENICA GIUSEPPE

Rocco Michele LETTINI 14/09/2014 - 09:56

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E' bene che i giovani sappiano com'erano quei tempi... c'era poco ma era tanto!!! Oggi ci sono le merendine e tutte le schifezze... sono d'accordo con te. Mio figlio quando era piccolo, gli facevo dei panini con la marmellata e mangiava molta frutta per merenda. Un giorno la maestra di asilo mi disse:" Signora, a questo bambino gli dia delle merendine come a tutti gli altri!" Ecco, se fai come tutti sei normale!

Bella poesia, ancor di più in dialetto!


Paola Collura 14/09/2014 - 08:28

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È il rimpianto di tempi passati, vissuti nella modestia, per non dire nella povertà. Eppure sono indelebili quei momenti che furono e che mai più saranno. Un grazie ed un saluto a tutti voi!

Giuseppe Vita 14/09/2014 - 07:58

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Bello il ricordo del passato, tutto più bello e vero ,si apprezzava tutto, ora tutto è dovuto ,molto apprezzata,complimenti GIUSEPPE

genoveffa 2 frau 14/09/2014 - 00:02

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Leggendo la tua poesia, la cosa che più mi salta in mente è la sensazione diversa, dello scorrere del tempo, tra quando eravamo bambini o giovani, che pensavamo al tempo come a una entità molto lunga da passare e quando, invece, da grandi ci siamo accorti che il tempo è volato.
Così i nostri ricordi, perché ho anch'io i tuoi ricordi, sembrano lontani, ma tanto vicini e noi, non soltanto non siamo eterni, ma siamo veramente un pizzico. Molto bella Giuseppe!

Salvatore Linguanti 13/09/2014 - 22:54

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Leggendo la tua poesia, la cosa che più mi salta in mente è la sensazione diversa, dello scorrere del tempo, tra quando eravamo bambini o giovani, che pensavamo al tempo come a una entità molto lunga da passare e quando, invece, da grandi ci siamo accorti che il tempo è volato.
Così i nostri ricordi, perché ho anch'io i tuoi ricordi, sembrano lontani, ma tanto vicini e noi, non soltanto non siamo eterni, ma siamo veramente un pizzico. Molto bella Giuseppe!

Salvatore Linguanti 13/09/2014 - 22:54

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Che bella questa tua nostalgica rivisitazione del passato.
Molto apprezzata, Giuseppe, bravo!
Un caro saluto,
Marina

Marina Assanti 13/09/2014 - 22:42

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