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Col grido in gola

Risuona nella valle un forte grido
e par che sia una cosa misteriosa
come una voce che vien d'Oltretomba,
ma ch'è quella d'un vecchio, lì che muore.


È solo, abbandonato alla sua sorte,
un eremita che ha voluto fare
della sua vita solo sofferenza
tenendosi lontano dall'immondo.


Ha scelto quella valle
quand'era ancora giovane
e vi è rimasto fino ad ottant'anni
vivendo sempre solo.


Ha rifiutato, si può dire, tutto
nutrendosi di spirito e dolore;
ha colto solo ciò che nella vita
è frutto d'umiltà e senso d'amore.


Si è prodigato pure per i poveri,
quelli che, come lui,
sono vissuti a stento
ed ha donato loro quel che aveva.


Or, che le forze sue son già all'estremo,
emette un forte grido
che si propaga per l'intera valle.
L'anima sua s'invola verso Dio.


E il mondo avanza sempre nel cammino
della frenetica baraonda umana
e non s'accorge che quel vecchio muore
col grido in gola, ma la pace in cuore.




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Opera scritta il 18/09/2014 - 19:48
Da Giuseppe Vita
Letta n.1701 volte.
Voto:
su 4 votanti


Commenti


Le scelte estreme possono essere fonte sia di gioie che di sofferenze estreme...In quanto agli spettatori assenti, non si accorgono delle persone vicine...figurarsi degli eremiti per scelta personale! Ma TUTTI dobbiamo abituarci a bastare il più possibile a noi stessi, non dipendere dagli altri e non in casi estremi: ai è molto più sereni, ed anche forti. CIAO, Giuseppe. Quando scrivo a qualcuno, Lo sento sempre vicino, davvero. Vera

Vera Lezzi 20/09/2014 - 16:49

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Faccio presente che a causa di una correzione per errore di digitazione è stata inserita due volte, per cui non c'è stato tempo per esporla ai lettori. Un grazie ed un saluto a tutti voi!

Giuseppe Vita 20/09/2014 - 09:56

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Accidenti, com'è possibile che mi sia sfuggita questa tua?
Ci tengo a leggere le poesie Giuseppe Vita... perché, come ho già detto, scrivi dei buoni contenuti e benissimo... come questa tua ad esempio. Grazie per averla scritta. E' una tristissima realtà, purtoppo.
La mia ultima poesia breve (ti ringrazio per averla commentata)
"Mi guardi, ma non mi vedi"era intesa anche per gli anziani.
Bravo Giuseppe. Alla prossima!!

Paola Collura 20/09/2014 - 09:27

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intensa questa tua lirica,leggendola mi sono venuti i brividi..la solitudine delle persone anziane è qualcosa che mi rattrista in modo particolare.Nei tuoi versi è rimasto solo per scelta ma conosco tante persone che hanno dei figli che non li vanno nemmeno a trovare,e penso che sia peggio..un saluto

Anna Rossi 19/09/2014 - 04:43

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Sempre il dramma della solitudine,quando si è giovani e si sceglie di stare soli va bene,ma con la vecchiaia sono dolori,
si muore nell'indifferenza generale la nota positiva la FEDE.serena notte GIUSEPPE

genoveffa 2 frau 19/09/2014 - 00:58

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L'insensibilità umana mai percepirà un gridar altrui... Una doverosa osservazione ne la quartina di chiusa...

Rocco Michele LETTINI 19/09/2014 - 00:24

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Il mondo è sempre indifferente a queste cose. E' sensibile solamente quando ha da prendere qualcosa di concreto, di materiale. Alla fine, è la dimostrazione che l'uomo è solo, specie di fronte alla sua ultima e vera realtà che è quella della morte. L'unica speranza sta nel credere nella presenza del Signore, in quei momenti. Buonanotte Giuseppe!

Salvatore Linguanti 18/09/2014 - 23:37

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