Mille sogni cadano
nella brace ardente,
piccole mani
si tendono al cielo.
nella brace ardente,
piccole mani
si tendono al cielo.
Quali alberi affondano
le radici nella terra?
Inutili lamenti
di vetri appannati.
Sesto senso
all'apertura delle catene,
ferri che toccano
le corde della vita, annaspano,
tremori profondi nell'abisso.
Quanti occhi vagano
per il sentiero, d'argento lunare,
tonfo sordo nel teatro dell'angelo,
eccoli finalmente ansimare
per la vincita del bottino d'oro.
Alla fine della lama
non vi è che una punta affilata,
il saggio la cura
e la ripone nel fodero,
il pazzo non ne conosce l'utilizzo
se non per uccidere.
Ma i venti adesso riposano
dal lungo sonno, le barche ormeggiate
nei loro pensieri
si lasciano cullare,
come da sempre,
nel moto impetuoso della tempesta.
Opera scritta il 04/10/2014 - 17:45Letta n.1433 volte.
                        			
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Commenti
Grazie mille a tutti 

Lorenzo Arcaleni  
 06/10/2014 - 10:03 --------------------------------------
Splendida composizione. Da conservare la quarta strofa nella quale raccolgo il messaggio dell'autore.
Ciao
Aurelio
Ciao
Aurelio
Aurelio Zucchi  
 05/10/2014 - 19:16 --------------------------------------
La poesia che osserva... Eccezionale Lorenzo... 
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
Rocco Michele LETTINI  
 05/10/2014 - 12:14 --------------------------------------
Grazie Morris :)
Lorenzo Arcaleni  
 05/10/2014 - 11:01 --------------------------------------
Ottime potenzialità applicate con discernimento! 

Morris Gambrin  
 05/10/2014 - 10:37 --------------------------------------
  
            
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