Ripensamenti
è diventata così tetra
una camera senza finestra
solo aria condizionata
sarà lunga la nottata.
Mi ricordo la casa
dove sono nato e cresciuto
dalla finestra c’era il panorama
si vedeva persino la strada
ferrata la stazione con il treno
che sbuffava la gente che partiva.
Un carretto che passava
e il passante che urlava.
Voci di ragazzi
nel campetto lì vicino.
Le montagne verdi
con armenti lontani.
E al suono delle campane
si correva per sapere
il nome del morto.
Ogni carretto che passava
e l’asino che ragliava.
Poi la notte nel mio lettino
sentivo di babbo e mamma
i loro passi
e mi rimboccavano le coperte
facendomi sentire protetto.
Il loro amore era,
è immenso come l’universo
impalpabile venticello
di tramontana
una carezza leggera.
Ad ogni mio risveglio
li sentivo vivere
nel mio cuore.
Ora solo un televisore
che mi annoia tutte le ore.
Un computer per scrivere parole
ma non c’è più
quell’amorevole attenzione.
E nella solitudine
alle prime luci
batte il mio cervello
nell’incudine
vivo nella solitudine.
La notte sarà da passare
e domani chi sa perché
penso sempre solo a me.

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