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IL PAVONE ESTETA - seconda e ultima parte

...


Salita su un clivio d’altura
s’accorse, e la lesta andatura
serrava, s’accorse che si era
fermata su quella frontiera


che prima apprezzava giuliva ...
Addosso al pavone saliva!
Specchiandosi in tutto il piumaggio
pavone non resse all’oltraggio:


“O tu, formichina che invadi
dell’arte il terreno e non chiedi
consulto alla mente creatrice
sovrana, anzi no, imperatrice!


Io sono il demiurgo potente
di questo reame e paziente
fatico qui a tessere il tanto
bramato reame d’incanto.


Osasti posarti da neo,
macchietta in quadro che è mio,
rovini il prezioso tassello,
non servi alla corte del bello!”


E chiuso il suo becco pungente
colpì la formica innocente
con l’arma che aveva elogiato
se stesso in un mistico afflato.




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Poesia scritta il 30/03/2015 - 16:41
Da Gabriele Fratini
Letta n.1315 volte.
Voto:
su 2 votanti


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