Tu mi conosci, mia Divinità infinita
e sai il mio rovello quotidiano:
che esprimer non so se non con parole vane
il senso di mio cercarTi sovrumano.
L’anima s’affanna in sforzo quotidiano,
si dibatte lacerata dall’immane battaglia
d’esprimer l’indicibile a parole troppo umane.
Esausta, vinta s’accascia in richiesta d’umile perdono:
pietà di monche sillabe, mio povero inutile suono !
e sai il mio rovello quotidiano:
che esprimer non so se non con parole vane
il senso di mio cercarTi sovrumano.
L’anima s’affanna in sforzo quotidiano,
si dibatte lacerata dall’immane battaglia
d’esprimer l’indicibile a parole troppo umane.
Esausta, vinta s’accascia in richiesta d’umile perdono:
pietà di monche sillabe, mio povero inutile suono !
Poesia scritta il 13/10/2015 - 17:11
Letta n.909 volte.
Voto: | su 4 votanti |
Commenti
Molto spirituale e bella. Una ricerca sofferta del divino....
Sabry L. 14/10/2015 - 06:04
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