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27 Gennaio 2016

Confuso tra numeri e carta, mi bruciano gli occhi.
Fuori è buio ma sereno.


Dalla finestra scorgo il passo, ora veloce ora lento,
di individui a me simili.


Saluto il ragazzo che ramazza: quattro spiccioli,
un paese abbandonato per non morire di fame e
qualche gratuita umiliazione.


Oggi è il 27 Gennaio e tutto sommato mi ritengo
fortunato.


Posso almeno dire "sono un uomo" e mia moglie
"sono una donna".


Milioni di persone settant'anni or sono non potevano neanche pensarlo.
E, forse, qualcuno anche nel 2016.


Spengo il PC, ripulisco per bene,
raccatto le mie quattro cose
e vado a far compagnia agli individui
a me simili.


A volte, troppo simili.




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Poesia scritta il 27/01/2016 - 18:58
Da gabriele marcon
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