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IL PONTE SOLITARIO

Nato da mani d'uomo,
se ne stavi lì
sdraiato in mezzo
al vuoto



Dimora dei monti
non aveva mani,
non aveva occhi,
eppur vedeva mille orizzonti



schiere di abeti
e tessuti di stelle
facevan da guardia
al posto dei beoti



dalla valle un lamento
calpestato dalla testa ai piedi
portava anime e sogni
neanche un ringraziamento



Sospeso fra inferno e paradiso
scrutava pesci argentati,
le lacrime pesanti
solcavano il suo viso


fratello Sole e sorella Luna
abbiatene cura
nella sua piccola radura,
nella sua piccola radura.




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Poesia scritta il 18/06/2017 - 15:00
Da Gabriele Salucci
Letta n.1045 volte.
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