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L'abbraccio del fuoco

Vaste scogliere che guardano il mare sono lo sfondo che i miei occhi ammirano. Una distesa di archi in pietra mi appare davanti, e sotto uno di essi c’è il ragazzo di Perda. Ci osserviamo senza dirci nulla. Gli sguardi si incrociano senza nulla esprimere. Il secondo arco abbraccia i corpi di Perda e Coniglio, che con visi amicanti m’invitano ad unirmi a loro. ‘Vieni con noi!’ mi sussurrano. Sdraiate su un prato scintillante di verde riescono nel loro intento, smuovendo il mio corpo che smette di ubbidirmi.
Gli archi ed il mare si assentano e mi ritrovo in una cripta. Aria rarefatta. Atmosfera d’altri tempi. Muri dagli odori ancestrali sembrano narrare vicende mai sopite. Accanto a me Perda e Coniglio. Dobbiamo trovare una via d’uscita. Si sentono grida mescolate a lievi gemiti. Sopra le nostre teste pare ci sia uno spiraglio di luce. Poco dopo infatti appare Pappara, che con un mandarino che funge da corda ci aiuta a venir fuori dalla cripta.
Ritorno allo scenario precedente. Gli archi, il mare e le scogliere si riprendono la scena. Stavolta mi trovo solo con Perda. Il vento carezza i nostri corpi cingendoli in un immenso abbraccio. Ad un tratto il fuoco ci avvolge, le fiamme paiono nascere dai nostri corpi. Solo un lieve timore s’impossessa di noi. Ma il fuoco non ci brucia. Provo a soffiare ma non cessa di divampare. Una voce mi dice di non preoccuparmi.
Ci attende il mare sul più alto picco della scogliera, un nuovo abbraccio ci avvolge. Stavolta le fiamme sono ancora più intense ma né dolore né sete rossa sembrano scalfire i nostri corpi che rimangono ancora stretti l’uno all’altro, prima che un forte vento di cenere venga a spazzare via dagli occhi ogni brama.



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Racconto scritto il 14/05/2017 - 16:23
Da Fabio Piana
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