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Quel volatile

Cammino in una via cittadina. Ad un tratto vengo attratto da una finestra di un fabbricato. Do uno sguardo nell'interno. Vedo una piccola gabbia appesa al tetto della camera tramite una catenella e dentro un volatile. Distinguo una capinera. Mi incuriosisce il suo svolazzare, come dire:
“Signore, si fermi, ho da dirle qualcosa!”
Mi fermo e fisso il volatile, e con gesti da non udenti dico:
“Cosa vuoi tu da me?”
A questo punto il pennuto con voce un po’ alta esclama:
“Non gesticoli e faccia qualcosa per tirarmi fuori da questa gabbia!”
“Un favore si chiede con creanza e non con maldicenza, dico bene?”
“O Signore, mi perdoni! Le vostre usanze a noi volatili non sono conosciute. Noi siamo esseri liberi come l'altissimo ci ha creato, senza colpa. Perché imprigionate l'innocenza? La vera ragione e al quanto all'opposto.”
“Ebbene, io conosco un detto. Se funziona sarai libera. Stai ben a sentire: Abracadabra, Aladino dell'Arabia, clemenza chiedo, apri la porticina della gabbia!”
La porticina si apre e la capinera con un bel cinguettio vola via da quella via.



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Racconto scritto il 04/06/2017 - 18:38
Da Salvatore Rastelli
Letta n.1318 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


UN INVITO AD USARE LA LIBERTA COME STRUMENTO DI SERENO VIVERE.
LIETA SETTIMANA SALVATORE.
*****

Rocco Michele LETTINI 05/06/2017 - 08:25

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Ciao Salvatore, hai perfettamente ragione tutti gli esseri viventi dovrebbero avere il diritto di essere liberi e non imprigionati per stupida cupidigia!!!

ANNA BAGLIONI 04/06/2017 - 22:07

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