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Caro Paolo

Caro Paolo,
mi sono trasferita a Roma da un mese e va tutto bene. Le mie coinquiline sono brave ragazze, stiamo stringendo amicizia. La mattina mi sveglio per andare all'università e sento ovunque l'aria caotica e suggestiva della metropoli: sto bene. Ho conosciuto molte persone nuove, le mie giornate sono piene di impegni e la sera vado a letto stanca, ma soddisfatta. Il fine settimana è una novità: c'è sempre qualche zona nuova da esplorare. Sto bene. Quelle lacrime che scendevano ogni giorno annebbiandomi la vista adesso non ci sono più e quella strana apatia che abbuiava le mie giornate mi ha finalmente abbandonata. Io stessa mi sento una persona nuova e sono riuscita a recuperare la mia energia e un pizzico di allegria. Sto bene, Paolo, ma non posso dirti di essere felice. Non sono felice perché da quando te ne sei andato il mondo mi è crollato addosso. Sorrido, vivo, faccio tutto ciò che devo fare ma non passa un giorno senza che io non ti pensi, non esiste giorno senza che io non guardi le nostre foto o senza la tua immagine davanti ai miei occhi. Ti rivedo ovunque, nonostante io abbia cambiato città. Ti rivedo persino negli sconosciuti ma in nessuno riesco a trovare la magia dei tuoi occhi. Mi hai lasciato un vuoto che non riesco a colmare, perché eri tu l'unico in grado di farlo. Ma sto bene, davvero. La sera mi rattristo un po' ma poi la mattina mi sento pronta ad affrontare una nuova giornata; ma non guardo nessuno e non mi interesso più a nessun uomo che mi passi davanti. Non ti ho dimenticato, io non potrò mai dimenticarti: mi sono soltanto abituata alla tua assenza e ne ho fatto un'abitudine. E' la nostalgia a tenermi compagnia nei pochi momenti vuoti della mia vita. Mi hai lasciata andare ancora prima di sapere come sarebbe andata, precludendoci così ogni opportunità. A volte ti penso, sai: chissà se hai conosciuto una nuova donna, chissà se la farai soffrire come hai fatto con me, oppure se la rispetterai e le donerai quell'amore che io desideravo fortemente, ma che mi hai negato. Sto bene, davvero, ma non posso dirti di essere felice perché eri tu la mia felicità. Dicono che dobbiamo fare delle nostre debolezze un punto di forza ma io sono stanca di essere forte: io volevo soltanto amarti ed essere amata. Dobbiamo smetterla di pensare che l'amore sia una debolezza: amore è forza perché ad amare qualcuno ci vuole coraggio. Ma cammino a testa alta e da una parte ti ringrazio perché è grazie a te se ho conosciuto questo sentimento che fa scrivere i poeti dal principio del mondo. Ora ti lascio, ho tanti impegni e una caterva di libri che mi attendono sulla scrivania. Spero di rincontrarti un giorno, di riuscire a chiederti come stai e forse, guardandoti negli occhi, potrò capire se la risposta che mi darai sarà autentica o no. Ma va bene così. Ti saluto con la consapevolezza che mi hai lasciato una ferita viva e che ci vorrà diverso tempo prima che verrà risanata. Sappi che in qualunque strada, sotto qualunque cielo, continuerò a sentire il tuo profumo e il ricordo della tua risata mi accompagnerà per sempre.
Ti abbraccio.
Lorella



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Racconto scritto il 18/12/2019 - 12:47
Da Marianna S
Letta n.973 volte.
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Commenti


Grazie

Marianna Santini 20/12/2019 - 12:11

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Marianna, una bella lettera scritta con l'istinto dell'amore ma anche con una nuova consapevolezza...da non trascurare...
Mi è molto piaciuto

Grazia Giuliani 18/12/2019 - 19:57

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BellissimA

Francesco Cau 18/12/2019 - 14:22

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