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LA RAGAZZA DEL MIO MIGLIORE AMICO

LA RAGAZZA DEL MIO MIGLIORE AMICO
(tema: al buio di una caverna)


Non so dire come mi sono perso eppure è così. Fino a poco fa li avevo davanti, i miei amici. Claudio a guidarci con la torcia, poi Walter e infine la sua ragazza, Valentina.
Mi sono fermato un paio di minuti per ammirare delle stalattiti accendendo la mia minuscola pila elettrica. Poi la pila si è spenta e non ci è stato verso di farla funzionare. Così mi sono trovato al buio perché evidentemente i miei amici avevano imboccato una delle due gallerie che avevo notato prima di fermarmi senza accorgermi che non ero più dietro a loro.
E ora, come faccio? Nemmeno a pensarci di tornare indietro, perché ci siamo inoltrati troppo nella grotta, Non mi resta altro da fare che tentare di raggiungerli sperando che si siano accorti che sono rimasto indietro e che perlomeno si siano fermati. Sono prerso dal panico e sto sudando freddo. Avanzo lentamente a tentoni saggiando con la mano destra la parete viscida della grotta.
Finalmente mi accorgo di essere arrivato nei pressi della prima galleria e allora mi fermo e tendo l’orecchio per percepire qualche rumore e capire se i miei amici hanno imboccato quell’apertura. Niente! Silenzio assoluto. Procedo allora lentamente verso l’ingresso della seconda galleria tastando la parete.
A un tratto avverto qualcosa di molle ed esercito una leggera pressione. Sento allora che la cosa si sta muovendo per sfuggire alla mia presa. La cerco nuovamente con la mano.. e mentre la sfioro la cosa si stacca dalla parete e si mette a svolazzare sopra la mia testa.
Cavolo, era un pipistrello!. Nuovamente silenzio. Avanzo ancora e dopo qualche metro mi trovo nei pressi della seconda galleria. Mi fermo, tendo le orecchie ma non sento alcun rumore. Mi colpisce peraltro un profumo che riconosco essere quello usato da Valentina. Grazie a Dio sono passati da qui. Procedo e sento che la galleria si sta allargando. Grido il nome di Claudio sperando in una risposta ma tutto tace.
Avanzo ancora, il profumo di Valentina mi giusta la direzione. Dopo una decina di metri la galleria svolta repentinamente a destra ed ora capisco perché gli amici non mi abbiano sentito. Procedo ancora e il profumo persiste. Poi mi fermo e ascolto.
Alcuni lievi rumori in lontananza mi fanno sperare ei grido nuovamente ed il nome che pronuncio propagato dall’eco. Attendo una risposta che poi giunge da lontano. Siamo qui…siamo qui…siamo qui!!!! Meno male! Accelero i passi, urtando contro le pareti, guidato dalle voci dei miei amici.
Ho le mani impastate dal limo. A un certo punto mi intoppo su una asperità, cado, mi rialzo e maledico la volta che sono venuto in questa caverna. Penso che a un certo punto vedrò una luce ma non è così perché quando finalmente raggiungo gli amici e constato che anche loro sono al buio e così vado ad urtare contro Valentina.
Claudio mi spiega che a seguito di una caduta ha perduto la torcia in un anfratto ed è per questo motivo che hanno proceduto senza accorgersi della mia assenza. Mi dice anche di non preoccuparmi perché conosce la grotta e ci sta portando verso un’altra uscita.
Ora li seguo in silenzio guidato dal profumo di Valentina che mi precede. A un tratto m’intoppo e mi trovo incollato su di lei. Sento il suo corpo caldo, le sue natiche sul mio bacino.
Mi stacco e le chiedo scusa, ma il contatto mi ha eccitato anche perché Valentina mi è sempre piaciuta pur evitando di manifestarlo dal momento che è la ragazza del mio migliore amico.
Ma ora questo pensiero mi sfiora soltanto. Infatti, dopo pochi passi fingo di perdere l’equilibrio e sono nuovamente su di lei.
Questa volta, però, Valentina è girata verso di me, come se mi attendesse. Sento i suoi piccoli seni sodi premere sul mio petto.
Mi sussurra “ci stasi provando?” . Per lo scalpiccio degli altri due amici nessuno ha sentito e approfitto per risponderle con un flebile “si” in un orecchio.
Ora il profumo è più intenso e mi invade mentre mi bacia. “Tutto bene?”chiede Walter, più avanti. “Tutto bene” rispondo. “Certo, tutto bene” dico tra me e me, mentre stringo forte Valentina in questo buio propizio.




LA TUA VOCE


La tua voce
mi ricorda
un antico amore
balsamo per me
nei momenti dolorosi
della mia vita,
messaggi di dolci lusinghe.
Se potessi la tua voce
me la terrei in tasca
per risentirla
nei momenti difficili
della mia vita.
Di recente
ci siamo sentiti
e mi hai fatto rivivere
un amore vissuto
e mai dimenticato,
dolce rifugio
per il mio cuore.
Mi rammento
quell’ultima volta
che ti ho visto
salire sul treno,
un breve saluto,
un sorriso
un arrivederci
che poi non s’è
avverato.
La tua voce
la tengo nel cuore
per rivivere
gli attimi
indimenticabili
trascorsi con te.




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Racconto scritto il 24/09/2023 - 10:48
Da Adriano Martini
Letta n.315 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


Piacevole lettura e una bellissima poesia. Complimenti Adriano

Anna Rossi 02/10/2023 - 07:02

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Bello il racconto e la poesia ancor di più

Daniela Cavazzi 01/10/2023 - 09:09

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