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Mi chiedi chi sono?

Mi chiedi chi sono?
Eppure, te lo sto dicendo: sono io!
Forse non so più cosa faccio, non ricordo il perché, ma sono pur sempre io.
Ecco, vedi, i miei occhi: prima guardavano, ora osservano l'invisibile, vivono!
E l'udito, lui sente il silenzio, ed è a me che lo traduce.
Tocco con mano l'inesistente, con le mie mani.
Qualcuno ha semplicemente tolto lo scenario,
cammino su una terrazza che non ha bisogno di una casa per esistere.
Non ci sono porte per uscire, nessuna scala per scendere, e non si può salire.
I miei ricordi si dibattono, emettendo sempre più piccole grida.
Potrò mai essere puntuale all'appuntamento con Laura?
Un nuovo mondo?
Benvenuto!
Le foglie mi parlano, i sassi mi accompagnano, raccontandomi di quando erano montagne.
I miei ricordi svaniscono, le loro grida si spengono, e il futuro si fa avanti:
i sogni hanno ritrovato il loro posto, cantano invece di gridare.
Ho tutto ciò intorno a me, non sono solo, eppure, si sa, la morte ha un sinonimo: solitudine.



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Racconto scritto il 25/07/2025 - 08:49
Da Francesco Benzoni
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