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Ragnatela

Sono rimasto imprigionato nel verde
di una foresta,
livido accenno al riflesso di me stesso
dentro i tuoi occhi.


Non potevo muovere un muscolo,
mentre il colore delle tue iridi
tingeva la mia vita,
il cielo grigio sopra noi
era una cappa pronta a schiantare
davanti l’intensità del tuo abbraccio
così forte così intenso
da tradire l’esile forma
delle tue braccia,


che cada la pioggia!

L’acqua di questa malsana
primavera non farà marcire
quella tela di ragno
in cui mi hai dolcemente attirato
in cui io mi sono fatto attirare,


ti vedrò danzare tra i fili intrecciati
dal nostro desiderio
che fendono l’oscurità
con il sottile bagliore
della nostra vita.




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Racconto scritto il 05/08/2025 - 17:46
Da Enrico Barigazzi
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