Grida atroci raccontavan la storia del vecchio pazzo che acclamava la gloria , con un passato distratto viveva la memoria come un semplice gatto.
Contava l'albe che avrebbe aspettato , disteso su un prato di metà gennaio ,aspettando aspettando il canto delle sirene azzurre e rosse , che lo avrebbero portato oltre mura nascoste , che lo avrebbero mangiato , divorato le sue ossa rotte frantumate dal futuro da sempre sperato e mai avuto.
Contava le mogli che avrebbe sposato , della ragazza che ha sempre amato nella stessa classe del liceo , un amore all'apogeo forse falso e mal vissuto , non ricambiato dal suo viso chiuso. Col cuore spezzato, cantava e contava i giorni che sulla strada passano lentamente sotto i ponti , indifferente restava alla malavita che gli è toccato patire.
"Alla fine ho scelto di non essere E qui io piango Il suicidio è una realtà non opinabile Per uno del mio rango "
Cosa triste la solitudine, la strada, la depressione, i dolori dell'anima. E alla fine una vita che si lascia andare alla morte, al tacere del patire. Purtroppo tristezza sempre più presente nella nostra realtà. Chi potrebbe mai capire una mente soggiogata da tanti dolori.Non potremmo mai giudicare e condannare. Molto brava! Ciao...
Gio Vigi 20/01/2015 - 18:43
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Voglio essere assolutamente onesta: <non so proprio> come si facesse in un passato molto lontano se ti trovavi davanti qualcuno che urlava "Non ce la faccio assolutamente più"...Ma oggi che la scienza medica tanti aiuti offre per lenire il dolore, tutti vanno offerti, sia pure in un crescendo cautamente progressivo, fino anche a liberare chi soffra da un peso che sia divenuto superiore a qualsiasi reale capacità soggettiva di sopportazione. Altrimenti, a mio avviso, si sarebbe crudeli e...può mai essere una virtù la crudeltà?...Ma è certamente tema spinosissimo che fa spesso soffrire chi voglia aiutare anche più di chi chieda di essere aiutato...
Vera Lezzi 20/01/2015 - 18:17
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Tema dolente, scelte difficili, pensieri accumulati con lunghe e faticose valutazioni, ma con risultati lontani dalla realtà. Letta con doveroso rispetto.
Ugo Mastrogiovanni 20/01/2015 - 16:58
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Cara Chiara, con questo doloroso componimento, elegantemente sviluppato, tocchi un argomento tabù. L'autodeterminazione non è concessa, capita, ammessa, spesso neanche compatita. E' ancora troppo forte l'imprinting ideale che delega ad altra entità l'ultima decisione. Ognuno, ovviamente, pensa e decide con la sua testa, altro è dover pensare e decidere con la testa altrui, quando si è il soggetto e l'unico oggetto di tale determinazione.
Valerio Poggi 19/01/2015 - 15:00
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Suicidio,argomento forte e delicato con intorno l'indifferenza,brava,sogni e vite spezzate,molto triste
genoveffa 2 frau 19/01/2015 - 12:57
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