Furono presi e condotti
come agnelli al macello
come agnelli al macello
stipati in treni di ferro
percorrenti rotaie di ferro
come di ferro furono
i chiodi che al Signore Gesù
trafissero mani e piedi.
Furono rinchiusi in baracche
di legno
arsi nei forni crematori
costruiti anch'essi con il legno
come di legno
fu la Croce del Cristo.
E il filo spinato
che circondava i lager
era lo stessa corona di spine
posta sul capo del Salvatore
urlante e piangente.
Quel Cristo
che in quell'estremo suo dolore
insegnò il perdono, l'amore.

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Voto: | su 7 votanti |
Commenti
Toccante e dolorosa...per non dimenticare e per non ripetere gli stessi orrori!! Buona serata,





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TOCCANTE VERSEGGIO... PARLA LA STORIA... PARLANO I TUOI VERSI...







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Atrocità commesse descritte con dolcezza cruda e infinita. Davvero eccellente la tua poesia.


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Durezza atroce di ciò che l'uomo è stato capace di compiere. Un Calvario. No, non si può dimenticare. Bravissima.


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Argomento difficile e spinoso. Molto brava
Dario

Dario





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Orrori e dolori che non si potranno mai scordare,bene ricordarlo ,bravissima







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La memoria non va persa, che sia di monito alle nuove generazioni!!!!!!


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Molto bella Loretta 



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Una bella poesia su un contesto tremendo!
Caio Elisa
Caio Elisa



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Hai fatto bene a pubblicarla... per non dimenticare.
Bravissima Lor!

Bravissima Lor!






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Sempre encomiabile la Citarei!


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Ottima Lorè, non bisogna dimenticare!


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