come fosse una battaglia per la vita
e il giocator perdente si dispera
per la svista che ha deciso la partita
e meditando sulla posizion fatale
che prima della fine avea raggiunto,
dà solo colpa a quell’ error banale
per non aver racimolato il punto,
quasi mai ammette l’altrui bravura
che è come dir d’aver meno intelletto,
del parer dell’avversario non si cura,
sempre alto, a scacchi, di sé il concetto.
Per mitigar la sconfitta che è cocente
mentre l’anima dall’ ira è scossa
non fa che ripeter nella sua mente
“perché non ho fatto l’altra mossa”
E poi la notte quando il sonno tarderà,
è la rabbia che procura un tramestio,
fino a che Morfeo non sentirà pietà
nella testa avrà dei pezzi il turbinio,
cavalli e alfieri volteggian da folletti
per conquistar la casa nera o bianca,
per quella notte saran scacchi maledetti
per poi tornar un gioco che mai stanca.
Vincer inebria come fosse esaltazione
giocar bene diventa quasi un’ arte
ogni partita sa regalar nuova emozione
fortunato chi di ‘sto mondo ne fa parte.

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