di questo momento
fredde parole
fatte d'inverno.
Tu mi guardavi
e aprivi le braccia
gettavi lo sguardo
fatto di rabbia.
Io mi spogliavo
e sciacquavo il dolore
nel dolce ricordo
di fare l'amore.
Adesso è la notte
a far da padrona
scende la luna
su questa poltrona.
Quella su cui
ti piaceva danzare
d'estate abbracciata
allo sguardo del mare.
Ah
quale colpa
potesse il dolore
cancellare
il mio gesto
e morire nel sole.
Cosi
come un vetro
si unisce al riflesso
in un tenero gioco
fatto di sesso.
Nessuna scusa
nessuna parola
quel vetro tagliente
su per la gola.
Quel gioco di luci
fatto di sesso
ha ucciso il mio nome
e gettato disprezzo.
Cosi
si allontana
ogni ricordo
pugnale gelido
di questo mio inverno.
Pesante fardello
dei miei pensieri
risate di scherno
a questi dolori.
Misere scuse
lanciate nel vento
da quella poltrona
la mia tomba
mi spengo.

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da musicare,













