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Calma effimera

Gemmava la campagna
udendo orchestre di cicale
nascoste in trincee antiche
incuranti dei pianti nascosti,
festeggiano della pioggia
il clima di odore uggioso
che cavalca il vento
ristorando le mura cocenti.
Luci di tranquillità abbracciano
i lampioni affaticati
ed alta come un re
una linea rossa squarcia
quella realtà dove la memoria
della tempesta s'acquieta.


Dall'alto un ragno nero
incombe, e con i suoi fili
incatena la calma.



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Poesia scritta il 25/07/2015 - 14:17
Da Salvatore Mauro
Letta n.1286 volte.
Voto:
su 4 votanti


Commenti


Un'apparente tranquillità, descritta abilmente in versi che si leggono tutti d'un fiato. Molto belle le immagini descrittive che fanno da cornice all'intera opera. La chiusa rende il finale simile ad un thriller mozzafiato, con quel ragno che si prepara a tessere la sua tela, nell'attesa che la preda, prima o poi, ci finisca dentro!

Arcangelo Galante 30/07/2015 - 15:43

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Salvatore in effetti una calma effimera ben verseggiata. Piaciuta la chiusa aforistica e distaccata ma solo apparentemente.

luciano rosario capaldo 26/07/2015 - 14:12

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Bella immagine in fine poesia.Complimenti

Luciano Guidotti 26/07/2015 - 12:47

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Un quadro d'autore mio caro, sei un'artista riesco a vedere i tuoi versi... Ciao e complimenti

Anna Rossi 26/07/2015 - 11:49

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Un quadro d'autore mio caro, sei un'artista riesco a vedere i tuoi versi... Ciao e complimenti

Anna Rossi 26/07/2015 - 11:49

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