Cala le palpebre il giorno
ma tu capricciosa rimandi
l’istante di darti al tuo sonno.
Dopo l’Ave Maria recitata
per fare più pura la notte
«Ancora!» la voce reclama
«Ancora!» imploranti i tuoi occhi.
Sorpreso e invero commosso
da tale innocente richiesta,
rinnovo la prece più amata
da chi si avvicina alla morte.
Il canto di quell’usignolo
l’innalzi al cielo più lieve.
ma tu capricciosa rimandi
l’istante di darti al tuo sonno.
Dopo l’Ave Maria recitata
per fare più pura la notte
«Ancora!» la voce reclama
«Ancora!» imploranti i tuoi occhi.
Sorpreso e invero commosso
da tale innocente richiesta,
rinnovo la prece più amata
da chi si avvicina alla morte.
Il canto di quell’usignolo
l’innalzi al cielo più lieve.

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Commenti
Una lirica che, con un suono accorato, ma pieno e vivido, riproduce la solita ineccepibile arte del Cortese.


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Bellissimi versi


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Versi deliziosi ...al calar del giorno.


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