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Nel 1945 eravamo dei cadaveri

____________________________________________


N.B.: Ho scritto questa poesia per non dimenticare ciò che è
successo nei campi
di concentramento durante la seconda
guerra mondiale.
Ho cercato di immedesimarmi il più
possibile in cosa hanno potuto provare
quelle persone che erano private del cibo,
della libertà e della dignità ma ci sono
riuscita in parte, solo chi ha vissuto
quel periodo triste e cupo della vita
umana è in grado di descriverlo veramente.
____________________________________________


Non abbiamo più un’ombra


ma ne abbiamo due;


alla nostra destra la depressione


alla nostra sinistra l’angoscia più profonda.


Ci seguono passo passo.





Siamo dei cadaveri


ma camminiamo ancora.


Solo la pelle ricopre le nostre magre ossa.





Lavoriamo strenuamente


ma non per noi stessi


e senza uno scopo.





Abbiamo paura delle loro urla,


dei loro fucili,


delle loro minacce,


delle loro torture….





Il nostro cibo è insufficiente,


è una rarità,


non c’è forza in noi neanche per elemosinarlo.





La nostra colpa?


E’ che ognuno di noi è nato


senza far parte


di una razza eletta e perfetta.





La nostra strada?


Abbiamo continuato a percorrerla


ma per alcuni è finita prima


al di là del recinto col filo spinato.



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Poesia scritta il 29/01/2016 - 10:07
Da Maddalena Clori
Letta n.1130 volte.
Voto:
su 3 votanti


Commenti


Grazie Francesco!

Maddalena Clori 03/02/2016 - 07:02

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Brava

Francesco Marini 02/02/2016 - 20:34

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Grazie Margherita, Maria e Salvo per i vostri commenti profondi. Vi voglio bene

Maddalena Clori 30/01/2016 - 21:15

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Sensibile e toccante...Maddalena Brava Un abbraccio

margherita pisano 29/01/2016 - 21:49

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Ciao cara...solo un cuore sensibile come il tuo poteva scrivere tale poesia...struggente...e assai toccante....faccio mio se posso il commento di Salvo...che è molto simile al mio pensiero..a te il mio grande abbraccio..ciao cara...serena notte.

Maria Cimino 29/01/2016 - 21:39

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Brava Maddalena, sono stati scritti fiumi di parole, frasi, commemorazioni, per la mente malata di un pazzo e dei seguaci che hanno prodotto tale orrore. Leggendo i tuoi versi mi ritornano vivide le immagini tante volte viste con dolore.
Carissimi saluti.

salvo bonafè 29/01/2016 - 21:04

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