andando al nocciolo così che le persone possano dare
un apporto a tutto questo,
reagendo al comunicato che ho scalciato e ho battuto.
Sto nei paraggi, puntando al bersaglio, metti giù Budda.
Andando, andando alle radici senza mollare, così mi costringi alla resa.
Ma ho una storia che è più dura del nocciolo duro,
il costo dell’olocausto, sto parlando di quello che sta emergendo.
So da dove vengo, non dalle feci,
ma dalla terra del basso invasa dai molli e dai mesti,
che hanno ingannato la mia razza, lasciandoci oscurati.
Il re e il capo hanno probabilmente pelo sullo stomaco,
è per questo che digrigno i denti
qui c’è un testo per il forte, sul sonaglio di un serpente
e il sorriso viene appresso a questo,
non fidarti.
Prendendo a calci le parole come un cantastorie
perché la debolezza mostrata dalla mia gente
dove tutti sono divisi e venduti
per qualcosa da bere e un po’ di soldi.
Spinto da dietro per un altro uomo da affrontare.
Ora la storia che sto per raccontare è sanguinosa
alla Piccola Roccia dove stanno
attraccando questa chiatta.
Nessuna speranza sono spacciato
dall’altra mano che passa il nodo scorsoio
vestendo rosso, bianco e blu,
lui e la sua gente,
la banda è autorizzata a picchiare giù forte,
nato per terrorizzare fratello e sorella
un amore egli canta; lo so Houdini l’ha già cantato,
ma quello che odia porta odio.
Attento alla mano quando viene da destra.
Non sto scherzando.
Allora guarda il mio passo.
Non fidarti.
Poesia scritta il 02/02/2017 - 15:03Voto: | su 1 votanti |
antonio girardi
03/02/2017 - 14:34 
GIANCARLO LUPO POETA DELL'AMO
02/02/2017 - 16:52



