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I nostri anni

Respireremo l’odore stantio
delle nostre torri
Con fatica costruite e preservate

Penose sembreranno agli occhi nostri
le geometrie dei mattoni squadrati
Uguali, nessuna novità,
uguali a mille e mille ovvietà.


Cortesie rassicuranti
non mitigheranno il battito del dubbio
che incessante avrà bussato alla porta


Le pareti di cristallo
rideranno vittoriose
per l’ inutile inganno ottenuto


L’immaginazione vola attraverso il vetro
e inchioda nei sogni sempre uguali
di un ideale azzurro.


I nostri anni vissuti nella penombra
di sussurri calpestati
non degneranno di uno sguardo le protezioni


Ma chiederanno il conto


alle carezze di braccia mutilate


ai corpi lasciati nudi


abbandonati in una terra


senza madri e senza padroni.



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Poesia scritta il 10/02/2017 - 18:46
Da SILVIA OVIS
Letta n.1403 volte.
Voto:
su 6 votanti


Commenti


Silvia
La riflessiva
Splendida poesia colma di una tristezza esistenziale...fa parte di te, così come il tuo umorismo e la tua satira. Sei versatile e questo è sinonimo di estrema intelligenza.
Vorrei te come sindaco
Un caro abbraccio

laisa azzurra 11/02/2017 - 10:33

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Una prima strofa sublime che avalla quanto decantato con oculatezza e... professionalità artistica.
Lieto fine settimana, Silvia.
*****

Rocco Michele LETTINI 11/02/2017 - 09:55

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Una prima strofa sublime che avalla quanto decantato con oculatezza e... professionalità artistica.
Lieto fine settimana, Silvia.
*****

Rocco Michele LETTINI 11/02/2017 - 09:53

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Bravissima hai la mia stima..Perdona come scrivo con il cell.

Sabry L. 10/02/2017 - 23:28

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Sei davvero brava a catturare l'attenzione sulle tue parole...Bravissimo stima!!!

Sabry L. 10/02/2017 - 23:27

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Visione destrutturata della realtà attraverso immagini oscure, senza vita, quasi una rassegnata descrizione del nulla che si conclude nella nudità dell'uomo rimasto senza affetti.
Molto intensa.

ALFONSO BORDONARO 10/02/2017 - 21:46

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Sensazioni proiettate verso il futuro che rivelano un senso di delusione per tutto quello che è stato perchè tutto finisce ed al destino non c'è riparo alcuno anche se si vive protetti dentro torri artificiali.
Versi scanditi con ritmo incalzante guidati da una mano d'artista.

Francesco Scolaro 10/02/2017 - 19:38

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