Nella sera che snebbia dentro cerchi di luce di un sole grandissimo e fioco la notte prepara il suo tuffo nello screzio argentato dei saraghi affamati dal tempo che precede il grande sonno marino.
A te è dato rinascere all'alba, fino al giorno che anch'io non ci sarò.
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Puntavi sempre il dito all'ingiustizia. E questa volta, davvero, spero nel cielo.
Che sappiano gli angeli a cui ti affidavi tenere in serbo il tuo sorriso migliore.
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Esisteva la prova dei giorni, che scandivano lenti la tua cara parola.
Sfuma la sera e ancora il tempo, il tempo senza nome, ce ne chiede conto.
Oh, non ci sei, madre di coraggio e di fortuna e il mio giorno è un canale d'amore prosciugato.
Ma un dio pietoso, di misericordia, per me rimane sempre un sogno vero.