come polvere sparsa intorno,
il tuo luccichio mi ha frastornato,
la tua voce un ululato.
Vieni via, vieni via con me.
Ti porterò dove non c’è più spazio per il rammarico,
ti porterò dove la tua luce ti brilla in grembo,
dove la montagna si tuffa nel mare.
Nei giardini coi mandorli in fiore sei sgusciata come un’acciuga,
sottile e labile come il pianto d’un neonato.
Ma era un vagito, era la tua nascita.
Vieni via, vieni via con me.
Questa porta ha bisogno di cardini nuovi,
appena la apri senti il rumore di ferraglia,
ti lascerò passare dentro un nottolino,
un orifizio così stretto che non riuscirai a respirare.
Sotto la coltre plastica della tua resa,
sarò io principe e re e tu sarai regina,
la tua testa coronata da un diadema,
la tua fronte liscia come una foglia.
Ho ancora del tempo a disposizione,
per favore permettetemi di usarlo bene,
tra le gazze e i corvi gracchianti,
vieni via, vieni via con me.
Poesia scritta il 16/03/2017 - 18:26Voto: | su 8 votanti |

Alessia Torres
17/03/2017 - 14:31 
margherita pisano
17/03/2017 - 09:42 
Francesco Gentile
17/03/2017 - 09:30 
Teresa Peluso
17/03/2017 - 06:29 
Rosi Rosi
17/03/2017 - 01:01
GIANCARLO POETA DELL'AMORE
16/03/2017 - 23:01 Se ti va' leggila.
Molto intensa e molto bella la tua!

margherita pisano
16/03/2017 - 20:50 è assolutamente poesia
basta questa frase, detta con il cuore, per raggiungere l'infinito

laisa azzurra
16/03/2017 - 20:24



