Alla mia mente assorta nel suo da fare,
non sfugge alcun tormento su quelle facce ceree
Dei loro corpi consumati,
arruffati con lenzuola da cambiare
Di litanie, come sinfonie funeree
Fugace,
soffermo il mio immaginare
sul loro piglio patinato e stanco
inchiodato su fenditure da stoffa oscurate,
inquinate…
teli di proiezione del loro film da riavvolgere in fretta,
nel timore di una improvvisa interruzione
di cui non ne vedranno mai il finale.
Qualcuno si commuove al mio venire
affamato di un sorriso, una carezza
Io, l’ultimo appiglio che non li lasci andare
…e intanto, ingoio l’ennesima amarezza…
tra anime nell’ultimo passaggio,
di vite senza aliti e più sogni da sognare.
…e ti porti a casa, il dolore per chi non ce l’ha fatta
…l’epilogo di un dramma senza repliche.
(Paola Mastandrea)

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mi inchino al tuo sentire... e alla tua missione di vita perche di missione si parla...
bello leggerti... vera come il tuo fare.
augurissimi di cuore...
paolo

